|
ARDENGO SOFFICI Natura morta, 1915 Olio su tela - cm 61,5 x 50,5 Collezione privata, courtesy Futur-ism, Roma |
Il
Museo Accorsi - Ometto presenta una mostra che affronta e indaga, per la prima volta in una visione complessiva, la pittura italiana del decennio cruciale tra gli anni dieci e venti del Novecento.
Curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, l’esposizione presenta
72 opere che ripercorrono il
clima culturale italiano dalla nascita dell’arte moderna - che in ambito nazionale si è soliti far coincidere con l’uscita del
Manifesto dei pittori futuristi del febbraio 1910 - alle
nuove tendenze artistiche del decennio 1910-1920, dando seguito all’
indagine sui fenomeni pittorici italiani del secolo XX, inaugurata dal museo con la passata mostra dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla".
|
AROLDO BONZAGNI Il Tram di Monza (Un giorno di domenica), 1916 Olio su tela - cm 110x170 Collezione privata |
La mostra prende idealmente l’avvio con opere degli autori del
FUTURISMO STORICO:
Marinetti,
Boccioni,
Balla,
Carrà,
Severini,
Russolo,
Depero,
Conti. Sono rappresentati anche gli esponenti dell’eterodossia futurista e gli indipendenti del movimento, da
Prampolini a
Sironi,
Funi,
Dudreville,
Sant’Elia,
Adriana Bisi Fabbri e
Gerardo Dottori. La sezione futurista include la presenza di due fuoriusciti dalle fila futuriste,
Romolo Romani, precursore delle tendenze astrattive, con due opere anticipatrici della poetica boccioniana e
Aroldo Bonzagni, testimone di un espressionismo di intonazione sociale, qui rappresentato dallo storico dipinto dal titolo
Il tram di Monza (1916).
|
TULLIO GARBARI Intellettuali al caffè, 1916 Tempera all’uovo su carta - cm 11,9x15,6 Collezione privata |
Il percorso prosegue con la seconda sezione dedicata ai
SIMBOLISMI che registrano una persistenza stilistica dal decennio precedente, ora rinnovati in chiave espressionista, di intonazione popolare. La sezione illustra inoltre i
SECESSIONISMI che coinvolgono i linguaggi artistici giovanili italiani, segnali di un’avanguardia moderata che guardava all’arte coeva d’oltralpe: dai testimoni di Ca’ Pesaro ai partecipanti alle Secessioni romane, agli animatori della Secessioni bolognesi fino ai movimenti giovanili napoletani degli anni a ridosso della Grande Guerra. Accanto alle opere di
Alberto Martini e di
Lorenzo Viani, voci rispettivamente di un simbolismo ed espressionismo maturato a contatto con la cultura europea, trovano spazio i linguaggi secessionisti e primitivisti di
Felice Casorati,
Tullio Garbari,
Umberto Moggioli,
Guido Trentini,
Gino Rossi,
Ubaldo Oppi,
Galileo Chini,
Cipriano Efisio Oppo,
Ferruccio Ferrazzi,
Enrico Lionne,
Carlo Corsi,
Garzia Fioresi.
|
RAFFAELE DE GRADA Kirche im Tessin, 1913 Olio su tela - cm 73x95 Collezione privata |
Un altro significativo segmento della rassegna è dedicato al primitivismo, tendenza volta al recupero del primordio inteso come azzeramento delle stratificazioni culturali per ritrovare la semplicità e il candore di espressioni popolari, ingenue, ispirate anche ai trecentisti e quattrocentisti italiani, Giotto e Paolo Uccello innanzi a tutti. In rappresentanza del clima primitivista suggestionato dall’opera di Rousseau il Doganiere e di André Derain, autori al tempo celebrati, si articolano le presenze dei dipinti di
Carrà,
Garbari,
Zanini,
Borra,
Salietti.
|
ACHILLE FUNI La sorella Margherita con brocca di coccio, 1920 Olio su tavola, cm. 32,5x25,5 Archivio Achille Funi, Milano |
Il periodo segnato dalla Grande Guerra (1914-1918) dava corpo con maggiore incisività alla crisi delle avanguardie e tracciava il cammino verso il recupero delle forme e del cosiddetto
RITORNO ALL'ORDINE, fenomeno di portata europea, qui illustrato nella terza e ultima sezione. La
METAFISICA, "l’altra faccia della modernità", che perseguiva in comune con le avanguardie la rivoluzione dei contenuti ma non quella delle forme, è illustrata da opere di
de Chirico,
Carrà,
de Pisis, accostate a saggi della metafisica eterodossa, rappresentata da
Mario Sironi e
Achille Funi, per approdare alla poetica di
"VALORI PLASTICI", che dal 1918 diffondeva il principio della supremazia culturale e artistica italiana.
|
GIORGIO DE CHIRICO Cocomeri e corazza, 1922 Olio su tela - cm 75x99 Collezione privata |
Nel 1919, con la fine di secessionismi, simbolismi e primitivismi, si avviava una tendenza corale al recupero della classicità in ottica moderna, svolta cioè secondo stili e linguaggi aggiornati, rappresentati da saggi pittorici di
Casorati,
Soffici,
Sironi,
Rosai,
de Chirico,
Severini,
Funi,
Guidi,
De Grada, caratterizzati dai principi di sintesi, costruzione e plasticità, e incamminati con differenti declinazioni verso la successiva temperie del Novecento Italiano degli anni venti.
DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL’ORDINE
Pittura italiana del decennio cruciale 1910-19202 marzo - 18 giugno 2017Fondazione Accorsi - OmettoMuseo di Arti DecorativeVia Po, 55 - 10124 Torino
Orari: da martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Mostra con visita guidata: da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche ore 18.
Per info costi e prenotazioni: tel. 011.837688 int.3
www.fondazioneaccorsi-ometto.it