ClocharDomus, ovvero offrire una dimora temporanea a chi non la possiede. È questo, almeno in senso figurato, l’intento delle opere esposte in Galleria Umberto I a Torino fino al 3 novembre 2024.
Luogo emblematico, di compresenze multietniche è situato nel cuore del più grande mercato d’Europa contrassegnato da interventi d’autore (il Palatinum dell’archistar Massimiliano Fuksas, Amare le differenze, luce d’artista di Michelangelo Pistoletto), sede di attività commerciali, attualmente al centro di un imponente piano di recupero urbanistico e sociale. Punto di riferimento mondano del centro storico torinese, nell’isolato Santa Croce incluso nel perimetro del Quadrilatero Romano, l’architettura eclettica della Galleria ottocentesca intitolata al secondo re d’Italia, apre uno squarcio sugli invisibili, sul popolo relegato agli angoli marginali della società.
Luigia MORIONDO |
Il progetto è promosso dal Caus (Centro Arti Umoristiche e Satiriche) coordinato dal suo presidente Raffaele Palma - curatore, insegnante di calligrafia, ex docente di discipline umoristiche nel Corso di Laurea in Pedagogia della Facoltà di Magistero -, non nuovo a questo genere di iniziative (si ricordano tre precedenti edizioni fra il 2021 e il 2023). Quarantatré gli artisti coinvolti, invitati a ritrarre dal vero uno stile di vita spesso condensato in pochi oggetti consunti, vestigia di un passato non di rado glorioso, raso al suolo dalle avversità della vita.
Ne risulta un affresco sfaccettato, uno sguardo sensibile rivolto all’umanità ferita, atterrita dall’improvviso precipitare degli eventi; ne risulta una riflessione sulla precarietà dell’esistenza e sull’effimera utilità dei beni materiali.
Nicoletta NAVA |
Molti sono i nomi noti, artisti con una longeva carriera espositiva all’attivo, che per l’occasione hanno accantonato la propria tecnica d’elezione o il genere pittorico indagato abitualmente (si pensi, ad esempio, ai boschi di Vinicio Perugia) per comporre nuovi scenari, spazi simbolici (Masoero, Viale, Vignolo), fotogrammi neorealisti (Moriondo, Origlia) di un habitat borderline ridotto all’essenziale (Betta Casale, Fava), piegato alle esigenze dei bisogni primari. Soggetti ispirati dal docile sguardo di un compagno di vita (De Maria, Mantilaro, Riccardi), di un fedele amico a quattro zampe (Alluto, Guasti, Lo Bue, Waser), oppure rievocati nel dimesso cumulo di stracci, vecchi indumenti abbandonati (Lavagna, Picciolini) o accatastati con cura dal loro proprietario (Cravero, Nava, Pallotta), nella tenace convinzione di tornare presto alla normalità.
Idana VIGNOLO |
La rassegna, diffusa sotto le volte in vetro e metallo della manica centrale e dei bracci laterali della Galleria, risuona come appello corale per dar voce agli ultimi, in stridente contrasto con le animate conversazioni di avventori intenti a degustare bevande e aperitivi, talora indifferenti al racconto che si dipana sulle loro teste, assiepati nei dehors di locali urbani alternativi e ricercati. Perché la città sussiste anche di contrasti a tinte forti. Tutto vi trova spazio, lo sguardo indifferente, ma anche l’ostinata missione di un esercito di volontari in favore dei più deboli. Segnatamente, Porta Palazzo ospita il maggior numero di attività caritative dedicate agli homeless: Sermig, Cottolengo, Asilo Notturno Umberto I, Polo alimentare Barolo, Caritas, RePoPP, ecc., impegnate ad accogliere ogni giorno parte dei circa 2.500 bisognosi censiti nel territorio metropolitano.
Enzo SCIAVOLINO |
Realizzate ad acrilico su telo in PVC di dimensioni 1 x 1 m, colte dal vero a distanza più o meno ravvicinata nel rispetto della dignità umana e delle leggi prossemiche - gli autori si sono appostati di preferenza su marciapiedi, sulle panchine dei giardini o in fila alle mense del povero -, le opere si avvalgono delle figure retoriche più congeniali al linguaggio visivo: metafora (Massarotto, Negro, Laurenti), allegoria (Leocata, Luciani, Sciavolino), sineddoche (Donorà, Clemente) in cui il singolo dettaglio rimanda in modo efficace ad un significato più ampio.
Icone oggettive, inclusive - termine quanto mai ricorrente in questo preciso momento storico - a titolo di monito ricordano, a ridosso dell’inverno e degli eccessi consumistici delle prossime festività, che la solitudine non conosce differenze di censo, che anche nel più intoccabile degli individui si annida una parte negletta della nostra identità.
Espongono: A. Alluto, C. Barbero, A. Betta Casale, F. Clemente, Pi. Cravero, C. De Maria, F. Donorà, G. Fava, R. Giani, C. Guasti, G. Laurenti, S. Lavagna, P. Leocata, R. M. Lo Bue, S. Luciani, S. Magri, V. Mantilaro, A. Mapelli, R. Masoero, L. Massarotto, G. Mavilia, L. Moriondo, N. Nava , F. Negro, M.A. Onida, A. Origlia, C. Pallotta, R. Palma, V. Perugia, F. Picciolini, S. Piovano, F. Riccardi, E. Riehle, M. Sandrone, E. Sciavolino, M. T. Spinnler, L. Storero, P. Tarasco, M. Tardon, M. Toma, S. Viale, I. Vignolo,W. Waser.
ClocharDomus
Fino al 3 novembre 2024.
Galleria Umberto I
Piazza della Repubblica (Porta Palazzo) - Torino
Orario: dal lunedì al sabato dalle ore 7,30 alle 23,30; domenica dalle 9,30 alle 20. Ingresso gratuito.
Per informazioni: Caus - Centro Arti Umoristiche e Satiriche - info@caus.it; http://www.caus.it
Fino al 3 novembre 2024.
Galleria Umberto I
Piazza della Repubblica (Porta Palazzo) - Torino
Orario: dal lunedì al sabato dalle ore 7,30 alle 23,30; domenica dalle 9,30 alle 20. Ingresso gratuito.
Per informazioni: Caus - Centro Arti Umoristiche e Satiriche - info@caus.it; http://www.caus.it