Malachite, decoro del giardino con personaggi ed alberi di pino. Pechino, manifattura imperiale. |
Certo, il romanzo non manca di evidenziare il cambiamento epocale che ha plasmato i contorni della città, costringendola a trasformarsi in poco più di un secolo da residenza sabauda, a capitale d'Italia, a metropoli industriale in seguito ai poderosi flussi migratori durante il boom economico; fino a incontrare ai giorni nostri una società multietnica di seconda e terza generazione, profondamente radicata nel tessuto sociale metropolitano, a tal punto da averne ridisegnato l'assetto, connotato da attività commerciali e da un melting pot di razze variamente sfaccettate. Tuttavia la trasformazione in atto non ha mutato l'essenza, l'innato fascino misterioso della città, annidato fra le righe del racconto come ordito di un tessuto d'antan.
Venditore di tè e di ciambelle. Verbilki. Manifattura Franz Gardner. Prima metà XIX sec. |
Bishamonten il dio del coraggio, della potenza, protettore dei guerrieri, guardiano dei cieli e dei templi. |
Padri e compagni latenti, dimenticati o perdonati, sono riscattati da un sentimento che tutto sublima, in un clima di velata ironia crepuscolare. L'ambiente domestico, la dimensione familiare cari alla signorina Felicita3, là come nel testo di Anna Cremonte, sono posti a baluardo dell'integrità morale dei protagonisti. Non vi è giudizio, la voce del narratore onnisciente presenta i fatti e talvolta si compiace delle brillanti schermaglie fra le due sorelle e i ruoli comprimari, tali da suscitare nel lettore un'amabile simpatia. E, di nuovo, il pensiero rievoca certe figure femminili "piene di compunzione" un po' retrò, tratteggiate con sottile cinismo dalla penna di Aldo Palazzeschi4.
Cristallo rosso rubino, decoro inciso alla mola in oro zecchino. San Pietroburgo. Manifattura di Carl Fabergé. Fine XIX sec. |
Peculiarità della veste grafica è, come nelle precedenti pubblicazioni di Cremonte - Ferro e Fuoco; Tè, Caffè, Cioccolata in Tazza - il ricco apparato iconografico con una galleria di immagini del tesoro ereditato dalle Mensio: netsuke e snuff bottles dall'Estremo Oriente, statuine russe raffiguranti scene popolari e preziose uova Fabergé. Oggetti contesi, dispersi e in ultimo nobilitati dal finale a sorpresa.
Insomma, un testo confezionato da Anna Cremonte con la consueta cura e freschezza (illustrato in copertina da Giovanni Paulli), in risposta ai requisiti richiesti dall'Editore Daniela Piazza alla rosa selezionata di autori in catalogo, per i quali "scrivere e farsi leggere è un’irrinunciabile esigenza dell’anima".
1) Cesare Pavese in merito ai romanzi La bella estate, 1940; Il diavolo sulle colline, 1948; Tra donne sole, 1949.
2) G. GOZZANO, La signorina Felicita ovvero La felicità, in C. GHELLI (a cura di), Gozzano e i crepuscolari, Garzanti, Milano 1983, p. 41.
3) Ibidem.
4) A. PALAZZESCHI, Le beghine, in GHELLI, Gozzano e i crepuscolari cit., p. 598.
Anna Cremonte Pastorello di Cornour
L'EREDITÀ DI VLADIMIR
Daniela Piazza Editore
ISBN 9788878892910
Data di Pubblicazione: 2017
Pagine: 224
Prezzo di copertina; 19,00 €