Cappello di Givenchy 1958 |
Il grande interesse del lavoro di Horvat è insito nella ricchezza e nella varietà del suo percorso: cronista attento di realtà sconosciute in luoghi allora lontani, fotografo di moda che immerge le sue modelle nei fatti quotidiani, studioso sensibile alla storia dell’arte pronto a confrontarsi con la pittura e affascinato dalla scultura, indagatatore del rapporto fra uomo e natura nelle foto di paesaggi, autore di virtuosismi digitali e ricercatore dallo sguardo libero. Tutto questo viene narrato attraverso 210 immagini realizzate da Horvat, insieme a una trentina di esemplari firmati da Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau e altri, tratti dalla sua collezione privata, esposti al pubblico in anteprima assoluta.
Parigi. Scarpe e Tour Eiffel 1974 |
Il racconto esplora ciò che sta dietro a ogni scatto: il rapporto col mondo dell’alta moda, di cui Horvat combatté gli stereotipi; il connubio tra le lezioni di fotografia e uno spiccato gusto per l’aneddotica; la trasversalità delle influenze sul suo linguaggio (da Caravaggio a Rembrandt per la luce, all’istante decisivo di Henri Cartier-Bresson, passando per l’amico Marc Riboud).
Londra. Autoritratto al Brick Lane Market 1955 |
Nell’arco di settant’anni, il tempo del suo iter professionale tuttora in corso, Horvat non smette di affrontare nuovi percorsi di visione senza mai ripetersi. Il suo lavoro è un confronto costante con gli sviluppi dell’arte e della fotografia, in rapporto dialettico con artefici di scatti che egli definisce "ottime domande" o "coraggiosi tentativi di risposta".
Derbyshire UK. Vecchia quercia 1977 |
Divenuto famoso per le sue fotografie di moda, pubblicate sulle maggiori testate fin dal 1950, si dedica anche alla scrittura e all’oleicoltura.
Nel 1988 ha pubblicato uno dei suoi libri più importanti, Entre vues, che raccoglie sue interviste rivolte a fotografi famosi come Edouard Boubat, Helmut Newton, Robert Doisneau, Don McCullin, Marc Riboud. Fin dal 1990 ha intrapreso un lavoro sperimentale con le nuove tecnologie, sostituendo nel 1998 il tradizionale equipaggiamento con una piccola macchina digitale che porta sempre con sé. Nel 2011 ha messo a punto una applicazione per iPad chiamata Horvatland. Malgrado l'esperienza acquisita, il medium prescelto non è mai dato in maniera assoluta, ma pone sempre il quesito di fondo: "ho proprio creduto, ogni volta che scattavo, che quel momento fosse degno di essere preservato? E voi, spettatori, credete davvero che il fluire del tempo sia stato sospeso?". Al pubblico l'ardua sentenza.
FRANK HORVAT. STORIA DI UN FOTOGRAFO
Moda, cronaca e vita nelle immagini della sua carriera e della sua collezione
Dal 28 febbraio al 20 maggio 2018
Musei Reali Torino - Sale Chiablese
Orario: lunedì 14-19; martedì - domenica 10-19 (ultimo ingresso alle 18).
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1
Orario: dalle 8,30 alle 18.
Informazioni: +39 011 5211106; mr-to@beniculturali.it
www.museireali.beniculturali.it