lunedì 23 gennaio 2017

TOULOUSE-LAUTREC. LA BELLE ÉPOQUE

Henri de Toulouse-Lautrec
Divan Japonais, 1893
Color Lithography, 80,8x60,8 cm
© Herakleidon Museum, Athens - Greece
Circa 170 opere, tutte provenienti dalla collezione dell’Herakleidon Museum di Atene, tra cui litografie a colori, manifesti pubblicitari, disegni a  matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali celebrano l’aristocratico e bizzarro visconte Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 24 novembre 1864 - Malromé, 9 settembre 1901).
A cura di Stefano Zuffi, la mostra TOULOUSE-LAUTREC. LA BELLE ÉPOQUE si compone di 10 sezioni tematiche: le prime quattro dedicate alle Notti parigine, seguite da I cavalli, I disegni, dalla settima e ottava sezione di approfondimento su Le collaborazioni editoriali, per terminare Con gli amici intellettuali, e “L’amore è un’altra cosa”, descrizione sensibile quanto impietosa delle donne che abitualmente incontrava nelle maison closes vicine all’Opéra e alla Borsa di Parigi.
Henri de Toulouse-Lautrec
Femme au Tub, Elles, 1896
Lithography (#18/100), 40x52,5 cm
© Herakleidon Museum, Athens - Greece
"Henri de Toulouse-Lautrec, [...] dopo i primi tentativi alla maniera impressionista, approdò a un suo stile personale che denota un rapporto intimo ma non vincolante con Degas", rileva John Rewald nel suo celebre saggio sulla pittura impressionista¹. Ciò è particolarmente vero per il fraseggio satirico con cui irride la grossolana mondanità del ceto borghese, sostituito alla "sovrana malinconia" -così la definisce Vittorio Sgarbi- delle danzatrici e dei personaggi ritratti dal suo elusivo predecessore. Di quest'ultimo, grandemente ammirato, conserva piuttosto la profondità di osservazione e l'interesse per gli effetti drammatici della luce, soprattutto elettrica, conquista della modernità in uso nei teatri e nei cabaret, ampiamente descritti da Lautrec, fruitore vorace di balletti e spettacoli teatrali.
Henri de Toulouse-Lautrec
Jane Avril (Before Letters), 1893
Color Lithography, 124x91,5 cm
© Herakleidon Museum, Athens - Greece
La vita del pittore fu breve e segnata dalla malattia, la picnodisostosi, patologia ossea che -occorre sottolineare- mutò il destino di un altro geniale artista francese, il musicista jazz Michel Petrucciani (1962-1999). Entrambi fecero degli eccessi la loro ragion d'essere, seppero trasformare la propria invalidità in una prorompente vitalità creativa, alimentata dal riposo forzato e dalle numerose convalescenze trascorse a disegnare e a suonare il pianoforte; prolungati periodi di studio che ne fecero alfine due virtuosi nelle rispettive discipline artistiche. Digressioni a parte, Lautrec diventa grazie alla geniale immediatezza del tratto, ambito cronista del proprio tempo: la Belle Époque.
Henri de Toulouse-Lautrec
Aristide Bruant, dans son Cabaret (Before Letters), 1893
Color Lithography, 127,3x95 cm
© Herakleidon Museum, Athens - Greece
Rutilante di luci, di suoni, di colori, la cultura fin de siècle si imprime sulle litografie raffiguranti Aristide Bruant (Aristide Bruant, dans son Cabaret, 1893), Jane Avril (1893), sorta di musa ispiratrice, le ballerine di can-can (La Troupe de Mademoiselle Églantine, 1896) e il mondo parigino dei caffè concerto.
Per lui il connubio arte-vita è indissolubile: sono numerosissimi i disegni di cavalli -i più amati, dopo le donne-, di amici e familiari, sempre indagati con acume caricaturale. Segue meticolosamente la stampa di copertine e prodotti editoriali, pubblica vignette satiriche sulle riviste "Le Rire" e "Escarmouche". Continuamente in bilico tra i disordini di una vita bohémienne e le istanze del milieu aristocratico e intellettuale, Lautrec mise a nudo il volto immorale della società a lui contemporanea, senza intenti moralistici.
Henri de Toulouse-Lautrec
La Troupe de Mademoiselle Églantine, 1896
Color Lithography, 61,7x80,4 cm
© Herakleidon Museum, Athens - Greece
Fu questa libertà di lunguaggio a suscitare interesse fra le nuove generazioni di artisti. "Picasso, pittore fortemente influenzato da Lautrec", nei primi anni di formazione ne studiò le opere, eposte presso la galleria del mecenate Ambroise Vollard².
Gauguin ebbe a dire, poco prima della sua morte e all'indomani della scomparsa di Lautrec: "Davanti al cavalletto il pittore non è schiavo né del passato né del presente, né della natura né del suo vicino. È se stesso, ancora se stesso, sempre se stesso"³. Epilogo dell'avventura impressionista e prologo del movimento post-impressionista, tale espressione fa di Henri de Toulouse-Lautrec un eroe decadente e la chiave di volta di una ricerca formale e concettuale che condurrà di lì a breve alla dirompente rivoluzione avanguardista del primo Novecento.

¹ J. Rewald, La storia dell'Impressionismo, Mondadori, Milano 2001, p.486
² Id, p.495
³ Id, p.502

TOULOUSE-LAUTREC. LA BELLE ÉPOQUE

Dal 22 ottobre 2016 al 5 marzo 2017
Palazzo Chiablese
Piazzetta Reale, Torino
Orari: lunedì 14.30 - 19.30; martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 - 19.30
giovedì 9.30 - 22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Info e prenotazioni: tel. +39 011.024301
www.mostratoulouselautrec.it