giovedì 20 agosto 2020

LA PINACOTECA LEVIS DI CHIOMONTE SI VESTE DI NUOVO

Giuseppe Augusto Levis
Luci e colori alpini, 1925
olio su tavola
inv. 878 ©ARTECO Pinacoteca Levis Chiomonte

Storico museo della Val di Susa, la Pinacoteca Levis riapre con accesso gratuito dal 3 luglio al 30 agosto 2020, proponendosi con una nuova veste digitale per far conoscere ad un vasto pubblico il suo prezioso patrimonio pittorico. Conservata nel palazzo cinquecentesco Paleologo di Chiomonte, la collezione della Pinacoteca raccoglie gli affascinanti paesaggi alpini dipinti da Giuseppe Augusto Levis nei primi anni del Novecento. Oggi il Comune di Chiomonte, con la collaborazione delle associazioni ARTECO e L’Eigo y Cuento, intende dare una visibilità nuova a questo patrimonio di grande valore, inserendo la tappa chiomontina in un circuito montano di interesse culturale, paesaggistico, sportivo e enogastronomico a scala regionale e potenzialmente di interesse nazionale e internazionale.

Giuseppe Augusto Levis
Processione a Chiomonte, s.d.
olio su tavola
inv. 798 ©ARTECO Pinacoteca Levis Chiomonte

Attraverso i canali social dedicati, verranno proposte iniziative volte a promuovere l’attività del pittore chiomontino, attivando azioni partecipate e coinvolgendo attivamente le comunità locali di riferimento.
Tra l'Alta e la Bassa Valle di Susa, il centro abitato di Chiomonte si inserisce in un territorio denso di storia tra memoria, tradizione, enogastronomia e attività in montagna. Storicamente considerato territorio di transito obbligato per i pellegrini che dall'Europa occidentale percorrevano la Via Francigena, la Val di Susa è stata attraversata nei secoli da mercanti, soldati ed artisti che si spingevano verso la Terra Santa. Ed è proprio la presenza dei numerosi valichi alpini, facilmente percorribili in ogni condizione climatica, ad aver caratterizzato, nel corso dei secoli, lo sviluppo dei molti centri abitati che costellano la valle, divenuti nella seconda metà del Novecento località vocate al turismo montano, sciistico ed escursionistico.

Giuseppe Augusto Levis
La veste rossa, 1906
olio su tavola
inv. 319 ©ARTECO Pinacoteca Levis Chiomonte

La Pinacoteca ha sede nel palazzo cinquecentesco afferente alla famiglia Paleologo di Chiomonte, entrato in possesso del pittore Giuseppe Augusto Levis nel 1911. In essa si conserva un cospicuo gruppo di opere pittoriche a testimonianza del percorso dell’artista lungo i primi trent’anni del Novecento (1900 - 1926). Tra l’ampia selezione di opere, si segnala un nucleo dedicato alla pittura di paesaggio montano, che mette la Pinacoteca in relazione con diverse collezioni presenti in altre istituzioni museali piemontesi. L’operato dell’artista, specie nella prima fase della sua produzione, è da collegarsi con le opere di Lorenzo Delleani e i suoi insegnamenti, impartiti al pittore chiomontino presumibilmente a partire dalla fine del XIX secolo. I paesaggi alpini di Giuseppe Augusto Levis, assieme a quelli di pochi altri autori piemontesi ottocenteschi, consentono di approfondire la memoria della vita dell’Alta Val Susa, messa a confronto con le altre valli piemontesi, creando un forte collegamento con la storia delle comunità circostanti.

Giuseppe Augusto Levis
La grangia nella nebbia, 1904
olio su tavola
inv. 394 ©ARTECO Pinacoteca Levis Chiomonte

Il museo nasce a seguito del lascito testamentario del pittore Giuseppe Augusto Levis al Comune di Chiomonte, destinato a scopi educativi e sociali. Dal 1974 quattro sale dello storico Palazzo di famiglia sono adibite a sede espositiva e, con aperture variabili, gli spazi della Pinacoteca vengono riqualificati intorno all’inizio degli anni Novanta e aperti al pubblico regolarmente dal 2008 sotto la direzione di Paolo Nesta. Dal 2020 la curatela della Pinacoteca è affidata a Ersilia Rossini e Beatrice Zanelli di ARTECO, associazione che dal 2010 opera nel campo della formazione e della ricerca artistica, rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni. Il suo obiettivo è la valorizzazione del patrimonio storico-culturale inteso come un insieme organico di opere, espressione dell'identità del territorio che le ha prodotte.

Pinacoteca Giuseppe Augusto Levis
Via Vittorio Emanuele II, 75
Chiomonte (TO)
Orari di apertura dal 3 luglio al 30 agosto 2020
venerdì e sabato, ore 17 - 19; domenica e festivi ore 16.30 - 19.30

Visita guidata gratuita Domenica 23 agosto, ore 17
Su prenotazione per gruppi o per visitare il museo in altri giorni della settimana: t. 349 1950949 o scrivere a info.pinacotecalevis@gmail.com

mercoledì 19 agosto 2020

ALBERTO NEUSCHULER (1867-1944)

Alberto Neuschuler
Fondovalle
prima metà XX secolo, olio su tavola
(Foto: Tiziano Rossetto)

La mostra allestita al Museo di arte sacra di Viù presso la Chiesa Parrocchiale di S. Martino Vescovo oltre a rendere note alcune opere del pittore ALBERTO NEUSCHULER (1867-1944) appare come un omaggio ai Tornetti, località della Valle di Viù "amata da pittori e personaggi di illustri famiglie torinesi attratti tutti dai prati smeraldini di gozzaniana memoria, dalle vette, dall’ampia conca che si conclude nella piana di Usseglio" (G.G. Massara).
A cura di Emanuela Lavezzo, Gian Giorgio Massara e Marino Periotto la rassegna presenta quattro dipinti dell'artista viennese Alberto Neuschuler - Fondovalle, Baite ai Tornetti, Inverno, Ultime foglie - già presenti nella Collezione Marisa Vietti, oltre a Barche in riva al lago, rappresentativi della sua meritevole arte pittorica.
Egli espose alla Promotrice di Belle Arti, partecipò all’Esposizione Internazionale per l’inaugurazione del Traforo del Sempione a Milano nella primavera-estate 1906 e all’esposizione a Barcellona del 1911, dove vinse la medaglia d’oro con il dipinto Mattino sulle Alpi, riprodotto sulla cartolina autografa esposta in mostra.

Alberto Neuschuler
Barche in riva al lago
, 1913
olio su tavola

Due sono le opere veramente significative riguardanti la frazione di Viù, Tornetti, allora raggiungibile solamente tramite la mulattiera: il dipinto Su ai Tornetti, firmato da Giovanni Battista Carpanetto (1863-1928) e la Rocca di Sapay presso Viù, capolavoro pervaso da "romanticismo nordico", di Francesco Gonin (1808-1889).
Numerosi sono i pittori che s’ispirano al paesaggio dei Tornetti, da Camillo Merlo a Carlo Thermignon che esalta la luce filtrata fra gli alberi per quindi raggiungere i Prati, a Giovanni Grande che coglie il Mattino ai Tornetti allorché i raggi del sole rivelano i tetti delle baite. Ma il pittore che più di tutti raffigura il paesaggio dei Tornetti e i suoi abitanti è Giovanni Guarlotti (1869-1954), artista ripetutamente presente alla Promotrice delle Belle Arti di Torino che sarà, in qualche misura, il maestro di Neuschuler sia nell’utilizzo di pennellate veloci e materiche sia nel sommario soffermarsi sui particolari, specie dei primi piani.

Alberto Neuschuler
Baite ai Tornetti
(Foto: Tiziano Rossetto)

Secondogenito di Ignazio Neuschuler, medico oculista di fama, e di Filippina Goldner, Alberto Neuschuler nasce a Vienna il 7 luglio 1867.
Della vita privata e della sua attività artistica si hanno poche notizie. Quest'ultima deriva forse  dalle conoscenze importanti del padre nel campo dell’arte non solo piemontese, fra le quali compaiono il pittore futurista Giacomo Balla, autore dei ritratti di famiglia quale tributo al professor Neuschuler per aver operato di cataratta la madre Lucia e Clelia Garibaldi, figlia di Giuseppe Garibaldi, che nel suo libro ricorda: "ad Alassio venne un giorno a trovarci lo scultore Trabuco, mandato dal celebre oculista di Torino Neoschuller (sic!) per fare un ritratto di Papà." Il professor Neuschuler, come molti della borghesia torinese di fine Ottocento realizzò per la villeggiatura, presso la frazione Tornetti di Viù, un’imponente villa in stile alpino che fu la dimora prediletta di Alberto, descritto con un carattere schivo e riservato, dedito negli ultimi anni alla caccia più che ai pennelli, tanto da essere soprannominato nella frazione "Albert dj’osej" per l’abitudine di andare nei boschi con il fucile in spalla.

Giovanni Guarlotti
Tornetti

prima metà XX secolo
olio su cartone

Ai Tornetti conobbe la moglie Margherita Riva, nata a Viù il 27 agosto del 1888, ed ebbero una figlia, durante il periodo di residenza a Lanzo Torinese, che morì a 13 anni di età. La famiglia non risiedette mai ai Tornetti, ma dopo Lanzo, dal 22 giugno del 1928 si ritrovano numerosi indirizzi torinesi tra cui l’ultimo in Strada dei Ronchi 22.
Probabilmente, con gli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale la famiglia si stabilì nella villa ai Tornetti in modo continuativo e lì il 7 settembre 1944 Alberto morì alle ore 16. La villa fu acquistata dall'albergatore Melchiorre Chiantor per trasferirvi il suo albergo-ristorante già presente nella frazione. Le spoglie di Alberto Neuschuler dimorano nel cimitero di Viù accanto alla salma della moglie, deceduta a Torino il 1° ottobre 1961.

ALBERTO NEUSCHULER (1867-1944)
Un pittore da Vienna alla Valle di Viù

Dal 18 luglio al 30 agosto 2020
Museo d’arte sacra - Viù
Chiesa Parrocchiale di S. Martino Vescovo
Orari: sabato e domenica 15 - 18
Per informazioni: tel. 0123 756421; museocivicousseglio@vallediviu.it
www.vallediviu.it

BRUCIO ANCH’IO

 Incendio di Foresto

Il progetto dal titolo volutamente provocatorio, con la frase che lo accompagna - "per dare voce alla vita del bosco che arde in silenzio" - intende porre l'attenzione sui danni conseguenti agli incendi boschivi provocati dall’uomo, che vanno ad infliggere un’ulteriore piaga a un pianeta ormai in ginocchio per i troppi "crimini contro natura".
 
L’iniziativa nasce nel novembre del 2017 in seguito agli spaventosi roghi divampati in molte località della regione Piemonte durante il mese di ottobre. In poco più di due settimane, oltre diecimila ettari di territorio furono percorsi dalle fiamme, portando morte e devastazione per milioni di creature inermi. Le condizioni climatiche di quella stagione, caratterizzate da anomalie riguardanti le alte temperature, la prolungata mancanza di precipitazioni e l’imperversare dei venti caldi di Föhn, resero i boschi assai più vulnerabili e attaccabili dal fuoco.
 Lingua di fuoco nella pineta del pampalù, Mompantero

"Brucio anch’io dal dolore di fronte a tanta sofferenza" è il messaggio che la rassegna intende condividere con un pubblico di tutte le età. Il fuoco comporta dolore fisico per tutti gli esseri viventi dotati di sistema nervoso, a cui si aggiunge il terrore provato dagli animali provvisti di neocorteccia e sistema limbico, causando danni all'ecosistema e perdita di biodiversità a tutti i livelli. Basti pensare che la sola Valle di Susa bruciando ininterrottamente tra il 22 e il 29 ottobre 2017 perse più di tremila ettari di foreste.
Il dolore provato in quei terribili giorni, spinse gli ideatori Federica Caprioglio e Marco Demaria a far nascere un’iniziativa che desse risalto, dal punto di vista naturalistico, a quanto stava succedendo.
Incendio paese di Mompantero, dietro alle case

Tutti gli eventi di BRUCIO ANCH’IO originano dall’amore per la natura che dev’essere protetta da azioni criminali: la mostra artistica, ricca di pitture, sculture e fotografie, è l’idea di partenza attorno alla quale si è sviluppato il calendario di conferenze e spettacoli, per generare momenti di aggregazione e forte suggestione.
Fondamentale, fin dall’inizio, l’apporto degli AIB (Corpo Antincendi Boschivi del Piemonte). Nessuno di noi si è mai trovato nell’Inferno Rosso. Solo i Vigili del Fuoco e gli AIB, che operano per contrastare le fiamme, hanno un’idea precisa dei suoni e dei colori di un bosco in combustione.
Disastro nella pineta del pampalù di Mompantero

Gli artisti di BRUCIO ANCH’IO hanno dipinto e scolpito le loro emozioni allo scopo di far riflettere su questo dramma.
L’ esposizione si compone di tre parti: "prima", "durante", e "dopo". La prima parte illustra la meravigliosa, quanto ignorata, biodiversità che popola i boschi. I colori presenti nelle opere appartengono all’intera tavolozza pittorica.
La seconda sezione, contraddistinta da un’ampia gamma di tonalità calde, analizza l’emergenza, il terrore scatenati dal rogo sugli organismi del bosco.
L’ultimo settore, dominato dai grigi, dal nero e dal bianco, evidenzia l’impoverimento della vita dopo il percorso delle fiamme, mostrandone le profonde ferite.
Fotografie, schede, cartine e filmati contestualizzano il tema e ricordano il terribile ottobre 2017. Dal dicembre del 2017 BRUCIO ANCH’IO è ospite di molti luoghi piemontesi allo scopo di educare alla prevenzione e mantenere alta la soglia d'attenzione su una "stagione di fuoco" che, lungi dall'arrestarsi, nel periodo gennaio-aprile 2019 ha già registrato oltre 341 incendi.

Artisti in mostra: Valerio Avidano; Rosanna Bonavia; Marco Bonifacino; Federica Caprioglio; Luisa Carducci; Rita Conti; Enrica Coppo; Rosanna De Falco; Marco Demaria; Irene Drago; Liliana Durando; Roberto Faraci; Alessandra Fenoglio; Ezio Ferrero; Stefania Fioretto; Elena Fonti; Gabriella Galli; Cristina Girard; Enrica Gonella; Allegra Guidotti; Elena Iozzo; Ivan Lunardi; Maria Chiara Magnano; Claudia Manini; Massimo Martelli; Costanza Marzo; Antonella Molinaro; Federico Morgando; Nicoletta Nava; Silvana Occhiena; Adriana Polimeni; Elena Poma; Claudia Rossato; Maria Cristina Sidoni; Gaia Testore.

BRUCIO ANCH’IO
Per dare voce alla vita del bosco che arde in silenzio

Dal 2 al 30 agosto 2020
Ex Confraternita - Lemie
Orario: sabato e domenica 15 - 18
Per informazioni: t. 0123 756421; museocivicousseglio@vallediviu.it
www.vallediviu.it