giovedì 23 febbraio 2017

METAMORFOSI E PAESAGGI NELL'OPERA DI VELLY

di Gian Giorgio Massara

Jean-Pierre Velly
Trinità dei Monti, 1968
Per lo Spazio Don Chisciotte in via della Rocca, 37 a Torino Vincenzo Gatti ha organizzato una raffinata mostra di incisioni dedicandola a un artista nato nel 1943 in Francia e scomparso misteriosamente nel lago di Bracciano nel 1990.
Si tratta di Jean-Pierre Velly che nel 1966 vince il Grand Prix de Rome, il che gli consente di vivere per ben quaranta mesi a Roma, in quella Villa Medici allora diretta dal grande Balthus; l'autore espone a Milano, Napoli, Torino per decidere quindi di stabilirsi nei pressi di Roma e qui lavorare "mettendo in scena" eventi che strappano brandelli di natura, Restes di un mondo confuso, cumuli di rifiuti che racchiudono un mondo intero oppure raffigurando un'immagine femminile allo specchio accolta fra la veduta di Trinità dei Monti e l'intera città di Roma.
Si tratta di una produzione grafica di altissima qualità che prende avvio dalla lettura dei testi grafici del mondo nordico, ma altresì dai suggerimenti ideali desunti dalla conoscenza dei fogli del litografo francese Rodolphe Bresdin (†1885) considerato precursore di Odilon Redon e autore di "scritture stravaganti".
Tutte le opere che l'estensore del catalogo ha scelto attraggono il visitatore, da Le massacre des Innocents (1971 c.) foglio disperatamente invaso dall'accalcarsi dell'umanità, alla scena di Susanna al bagno arricchita da un delizioso particolare urbano sul quale incombe una rupe; foglio che s'identifica nel desiderio di raffigurare tutto quanto anima e cela il buio voluto dell'atelier di Formello. Un'opera condotta - come molte altre fra quelle esposte - con una tecnica "raffinata e potente al contempo".

METAMORFOSI E PAESAGGI NELL'OPERA DI VELLY
Fino al 22 aprile 2017
Spazio Don Chisciotte
Via della Rocca, 37 - 10123 Torino
Orario: da martedì a sabato 10,30 - 12,30; 15 - 19
Per informazioni: +39 011 19771751; segreteria@spaziodonchisciotte.it
www.fondazionebottarilattes.it

giovedì 2 febbraio 2017

ASSOCIAZIONE TEDACÀ

L’ ASSOCIAZIONE TEDACÀ nasce a Torino nel 2002 ed è una compagnia di artisti, di ricerca e sperimentazione attiva sul territorio che ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali. Ha come scopo principale l’espressione dell’umano attraverso l’uso delle arti della scena. Per Tedacà il teatro, la danza, il canto e la musica sono strumenti fondamentali di racconto e testimonianza dell’uomo, delle sue difficoltà, delle sue contraddizioni, capacità e desideri.
L’ Associazione Tedacà è da sempre sensibile al rapporto con le persone, con i giovani, le scuole, il territorio e le storie dei suoi abitanti ed ha come presupposto fondante l’accessibilità dell’arte performativa. Ogni anno sviluppa progetti e spettacoli sui temi della contemporaneità, anche attraverso creazioni di nuove drammaturgie che scaturiscono dalle testimonianze dirette dei cittadini e che vengono poi messe in scena dagli artisti. Propone laboratori artistici per tutte le età e livelli, progetti per le scuole di ogni ordine e grado e collabora con associazioni e realtà di tutta Italia.
bellARTE è la sede in cui hanno luogo le attività didattiche e le rappresentazioni teatrali. Dal 2009 si aggiunge il nuovo spazio presso La Cartiera in via Fossano 8, a Torino.
Dal 2015 inizia un percorso di sinergia con Il Mulino di Amleto, compagnia fondata da attori della Scuola del Teatro Stabile di Torino, instancabile nella ricerca di un teatro in cui i “Classici” siano affrontati come testi contemporanei e i “Contemporanei” come testi classici. Due compagnie che condividono un percorso fondato sulla compenetrazione di conoscenze, pratiche, risorse, forze, intelligenze, professionalità e potenzialità, sapendo che, come recita il palinsesto della stagione 2016/2017 per il decimo compleanno del Teatro bellARTE, “Il bello che deve ancora venire”.
E' possibile sostenere Tedacà con il contributo del 5x1000, tramite bonifico bancario, oppure acquistando la TEDACARTA, per usufruire di speciali benefit e agevolazioni sulla stagione teatrale 2016/2017.


bellARTE
Via Bellardi 116, Torino
tel. 011.7727867;  320.6990599; info@tedaca.it
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LA TENDA VERDE (DAS GRÜNE ZELT)

LA TENDA VERDE (DAS GRÜNE ZELT), a cura di Marco Scotini, si pone quale terzo capitolo di una ideale trilogia, a conclusione del ciclo di mostre con cui il PAV si è proposto di ricostruire una possibile genealogia del rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica negli anni Settanta in Europa.
Facendo seguito a Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell’arte italiana (2015) ed EcologEast. Arte e natura al di là del Muro (2016), la mostra che coincide con il trentennale della scomparsa di Beuys (1986), rende omaggio all’autore della ‘scultura sociale’, proprio nel luogo fondato da Piero Gilardi che già nel 1967 fu il primo a scrivere di Beuys in Italia.
“Ovunque in futuro si dovranno innalzare tende verdi su tutto il pianeta! Dovranno essere le incubatrici di una nuova società” è il noto appello di Beuys che accompagna la nascita del partito tedesco dei Verdi. Ed è proprio un grande tendone di colore verde -punto di riferimento, raccolta e organizzazione della prima campagna elettorale del movimento- a fare la sua comparsa la mattina del 28 settembre 1980 nella Gustaf-Gründgens-Platz di Düsseldorf, di fronte all’edificio dello Schauspielhaus, opera di Alvar Aalto. L'idea di un "metapartito" contro i partiti prende forma a partire dalle lezioni tenute da Beuys all'Accademia di Düsseldorf e si concretizza nel 1967 con la fondazione del Partito degli Studenti Tedeschi, nel 1971 evolutosi nell'Organizzazione per la Democrazia Diretta (ODD).
In quest'ottica liberale nel 1972 per documenta 5 a Kassel allestisce l'ufficio informazioni dell'ODD Organizzazione per la Democrazia Diretta attraverso il Referendum, dove per tre mesi ogni giorno si dibatte su questioni sociali, politiche e filosofiche, riforma educativa, capitalismo, questioni razziali, energia nucleare e terrorismo. Quando gli arredi dell'ODD di Düsseldorf vengono spostati al Fredericianum Museum, sulla scrivania viene messo un bicchiere graduato dentro al quale è adagiata una rosa simbolo di romanticismo, socialismo internazionale e anelito alla rivoluzione, che sarà riprodotta insieme all'artista nei celebri multipli, molto utilizzati da Beuys come strumento politico di circolazione democratica delle idee e dell'arte.
Concetto ampliato di scultura sociale è da intendersi la fondazione nel 1974, insieme col premio Nobel per la letteratura Heinrich Böll, della F.I.U. - Libera Università Internazionale: senza obbligo di esami, frequenza, senza il numero chiuso e limiti di età, Beuys arriverà a proporvi l'istituzione della cattedra in "Gentilezza" e vi fonderà la sua pratica artistica aprendo sedi in tutta Europa.
Nelle fila della F.I.U. 'militeranno' i futuri promotori, nel 1979, dell'associazione politica alternativa I Verdi (Die Grünen), della quale Beuys diventa sostenitore e divulgatore, vedendovi l'agognata "Terza Via" alternativa al capitalismo privato e di stato.
Sono gli esiti del binomio arte - vita che conforma l'intera attività di Beuys e che riconosce all'uomo comune la capacità di intervenire attivamente nelle dinamiche sociali attraverso un'azione di "creazione plastica" (Soziale Plastik). A partire dall'etimologia latina della parola caput/testa, Beuys considera la capacità creativa insita in tutti gli individui, basata sulla conoscenza attraverso i cinque sensi (L'udito, 1974), l'unica risorsa spendibile. In un'intervista del 1984 dichiara "questo sistema economico, che si relaziona ed è stimolato dal concetto ampliato di arte, [...] si tramuterà in una forma di economia in cui l'abilità umana è l'unico capitale. [...] Il denaro non ha nessun valore economico![...]Questo spiega la formula del concetto ampliato di arte ARTE=CAPITALE. La creatività umana è il vero capitale." (Kunst=Kapital, 1980).
Altro strumento di propaganda politica è la lunga serie di azioni pubbliche e partecipate: tra le più eclatanti, nel 1970 a Berlino la raccolta insieme a due studenti dei resti del corteo per il 1° Maggio, come atto di pulizia e ripristino dello spazio pubblico. Nel 1972 distribuisce la borsa Come superare la dittatura dei partiti politici  in Hohenstrasse, via dello shopping a Colonia e nella foresta Grafenberger di Düsseldorf, durante una contestazione ambientalista. Nel 1979 protesta di fronte all'ambasciata turca di Bonn in memoria delle vittime del regime turco (Blutaktion/Azione di sangue, 1979).
Manifesto contro le politiche statunitensi sono invece le performance Sonne statt Reagan/Il sole anziché la pioggia (1982) e la precedente I like America and America likes me, presso la galleria di René Block (operazione testimoniata dalla fotografia Sul volo per l'America, 1974).
Il modello di ecologia sociale pensato da Beuys non prescinde dal valore terapeutico della natura: negli anni Cinquanta risiede per due anni nella fattoria dei Fratelli Van Der Grinten, i suoi primi collezionisti. Lavora nella tenuta del barone Giuseppe Durini a Bolognano (Difesa della Natura (clavicembalo), 1981) e nello spazio di Lucrezia De Domizio a Pescara. L'Italia diventa terreno ideale per attuare progetti come Utopia della terra (teorizzato in "Utopia concreta") e Difesa della Natura (1973-1986) - messa in atto con la prima Aratura Biologica sui colli abruzzesi di San Silvestro nel 1976, di cui restano tracce nell'opera Olivestone presentata alla FIAC di Parigi, emblema di creatività collettiva ed espansa da sempre propugnata da Beuys. Una piantumazione di palme a rapida e lenta crescita (Coconut e Coco de Mer), le coltivazioni nella Piantagione Paradise a Bolognano e la grande retrospettiva su Beuys "Tracce in Italia" al Museo Diego Aragona Pignatelli di Napoli nel 1978, sono un'ulteriore testimonianza dell'enorme impegno profuso in ambito ecologico dall'artista.
Impegno che culmina nell'opera-testamento 7000 Querce. E' il 1982, nel corso dell'inaugurazione di documenta 7 a Kassel Beuys pianta una quercia in Friedrichsplatz, davanti al Museum Federicianum. Sono previsti 7000 esemplari all'insegna dello slogan:"Forestazione della città anziché amministrazione della città"; ogni acquirente riceve un diploma dell'albero firmato da Beuys e timbrato dalla F.I.U. che attesta il consenso del compratore ad aumentare le aree verdi urbane.
Nonostante le critiche, si costituisce un comitato cittadino (Ufficio di coordinamento 7000) per decidere dove piantare gli alberi. Il 23 gennaio 1986, data della morte di Beuys, si contano a Kassel 5500 alberi in più. La settemillesima quercia viene piantata dal figlio Wenzel il giorno dell'inaugurazione di documenta 8, il 12 giugno 1987. Ad oggi è una rigogliosa scultura in progress diffusa entro il perimetro della città.

LA TENDA VERDE (DAS GRÜNE ZELT)
Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia

Dal 5 novembre 2016 al 19 marzo 2017
PAV Parco Arte Vivente
Centro sperimentale d'arte contemporanea

Via Giordano Bruno, 31 - 10134 Torino
Info: +39 011 3182235, info@parcoartevivente.it
Orario: venerdì 15 - 18, sabato e domenica 12 - 19
Visite e attività per gruppi e scuole dal martedì al venerdì ore 10 - 17.
Su prenotazione (t. 011 3182235 - lab@parcoartevivente.it)
www.parcoartevivente.it