giovedì 29 settembre 2016

CARLO PITTARA E LA SCUOLA DI RIVARA


Carlo Pittara
Cavalieri nel cortile del maniero di Issogne
Olio su tavola, 45,3x33,7 cm
Collezione privata
La mostra CARLO PITTARA E LA SCUOLA DI RIVARA in corso presso il Museo Accorsi – Ometto di Torino, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio e a cura di Giuseppe Luigi Marini, comprende circa settanta opere appartenenti a collezionisti privati, di dodici artisti provenienti da diverse regioni italiane, facenti capo alla personalità e al talento artistico di Carlo Pittara.
Carlo Pittara
Tramonto
Olio su tela, 65x95 cm
Collezione privata
Del cenacolo di Rivara animato da Pittara, fanno parte i piemontesi Vittorio Avondo, Ernesto Bertea, Federico Pastoris, a cui si aggiungeranno più tardi i torinesi Giovanni Battista Carpanetto, Adolfo Dalbesio e Francesco Romero, di Moncalvo; ad esso partecipano anche i liguri Ernesto Rayper e Alberto Issel o “naturalizzati” come tali, gli iberici D’Andrade e De Avendaño, nonché il fiorentino di natali, ma giunto a Torino in tenera età, Antenore Soldi
Ernesto Bertea
Marchande de vin
Olio su tela, 108x156 cm
Collezione privata
La loro ricerca è caratterizzata dal sensibile realismo nella rappresentazione del paesaggio agreste, con un'attenzione dapprima al paesismo intriso di romanticismo dello svizzero Alexandre Calame (che quasi tutti conobbero inizialmente a Ginevra), poi orientato al naturalismo dei pittori di Barbizon in Francia e alle novità di Corot. Infine su esortazione del ligure Tammar Luxoro, rivolto agli insegnamenti di Antonio Fontanesi, titolare della cattedra di Paesaggio all'Accademia Albertina, attivo con i suoi allievi nella vicina Volpiano.
Antenore Soldi
Sul greto della Stura
Olio su tela, 80x51 cm
Baroncelli 98 srl, Torino
Il confronto tra i pittori iberici e quelli liguri iniziò dapprima negli incontri a Carcare, nel Savonese, poi, soprattutto d’estate o in autunno, a Rivara dove gli invitati potevano godere della generosa ospitalità del banchiere Carlo Ogliani, cognato di Pittara, rivarese d’origine e proprietario di un’accogliente villa, nonché del vasto castello acquistato all’inizio degli anni Settanta. Luoghi dove il lavoro gomito a gomito ebbe momenti catalizzanti, specie dopo l’inserimento nel gruppo di Rayper, per interessamento di D’Andrade.
Carlo Pittara
Rive della Senna, 1884
Olio su tela, 38x56 cm
Collezione privata
La compagine conobbe il periodo di maggior vitalità e di fulgore a cavallo del 1870, sino alla precoce morte di Rayper nel 1873, seguita da uno stillicidio di abbandoni alla fine del decennio: Avondo, D’Andrade, Pastoris e Bertea, variamente e progressivamente attratti dal restauro e dallo studio dei monumenti del Medioevo pedemontano; lo stesso Pittara, che ritroviamo a Roma nel 1877 e a Parigi dopo il 1880, tornerà a Rivara solo per qualche mese ogni anno; Carpanetto e Dalbesio furono inclini come lo stesso Pittara, alle fascinazioni parigine della sintassi pittorica di De Nittis e Boldini.
Giovanni Battista Carpanetto
Intimità, 1892
Olio su tavola, 32,5x48 cm
Collezione privata
Valorizzata in primis dal poeta Giovanni Camerana, poi dai critici Emilio Zanzi, Marziano Bernardi e in ultimo e autorevolmente da Roberto Longhi, l’importanza della cosiddetta Scuola di Rivara era già stata riconosciuta da Telemaco Signorini che, tuttavia, dimenticò Pittara per sottolineare il ruolo innovatore di Ernesto Rayper, indubbiamente la figura più dotata del gruppo. Anche se Carlo Pittara fu il più produttivo e vario, passando dal realismo, alla finezza del linguaggio denittisiano, fino alle dolci eleganze di un dettato più narrativo.
Francesco Romero
Una via di Rivara, 1896
Olio su tavola, 45x30,8 cm
Collezione privata
A questa “epopea” tardo-ottocentesca, che accantonò la ridondanza della pittura di storia e i ritardi di gusto dell’insegnamento accademico in favore di un’espressione gioviale e sincera della realtà, la “verde” Rivara ha legato per sempre il proprio nome sostenendo una pacifica, osteggiata a lungo ma definitiva “rivoluzione” che ha segnato l’attualità della pittura piemontese, ligure e, in parte, attraverso Gignous, lombarda del maturo Ottocento.
Per approfondire questi e altri argomenti intorno alla mostra, il Museo propone CONVERSAZIONI D’ARTE, ciclo di incontri con visita tematica a cura di Anna Maria Cavanna.

CARLO PITTARA E LA SCUOLA DI RIVARA
Un momento magico dell’Ottocento pedemontano

22 settembre 2016 – 12 febbraio 2017
Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto
V. Po, 55 - Torino
Orario: da martedì a venerdì 10 – 13 e 14 – 18; sabato e domenica 10– 13 e 14– 19. Lunedì chiuso
Info: tel. 011.837.688 int. 3; info@fondazioneaccorsi-ometto.it
www.fondazioneaccorsi-ometto.it

giovedì 22 settembre 2016

XIV MANUALMENTE

 
Apre i battenti domani 22 settembre, fino al 25 settembre, MANUALMENTE, Salone dedicato alla creatività al femminile declinata in un'ampia gamma di proposte, che ritorna ad ogni appuntamento con un aspetto rinnovato e attività laboratoriali inedite.
La nuova veste grafica, così come il claim della rassegna - Il talento in libertà - firmati dalla coppia di creative Donatella Cinzano e Roberta Dri e dal fotografo Daniele Bottallo, tutti torinesi, rimandano al carattere giovane e al tempo stesso lieve dei manufatti, ad una creatività senza tempo, capace di appassionare un pubblico ad ogni edizione più numeroso e partecipe.
Dopo il successo della prima edizione primaverile dello scorso aprile, con 10.000 visitatori in tre giorni, la rassegna diventa più trasversale, guardando in particolare alle nuove generazioni, grazie ad un'informazione aggiornata, diramata su più social media e a contenuti web dettagliati pensati per mettere in dialogo il variegato panorama delle appassionate di arti manuali.
Resta una piacevole conferma il percorso espositivo vivace e dinamico - allestito all’interno del Padiglione 1 del Lingotto Fiere di Torino -, che vanta oltre 100 espositori provenienti da tutta italia e dall'Europa, con oltre 800 appuntamenti in programma tra corsi, workshop e dimostrazioni suddivisi in numerosi percorsi tematici, dal cucito creativo al mondo della carta, dal ricamo all’hobbistica, dalla pittura alla cucina creativa, con una vasta esposizione di materiali e tecniche.
Tra le novità il concorso Dove ti porta il cuore?, che domenica 25 settembre alle ore 17 assegnerà per estrazione a sorte 10 mistery box contenenti materiale per un valore di 100 euro, a coloro che avranno consegnato in fiera la cartolina in distribuzione presso vari punti della città, nei giorni precedenti l’inaugurazione.
Tra gli ospiti: Emanuela Tonioni e Marthia Saracino, tutor della trasmissione 'Detto Fatto'; l'illustratrice fantasy Lucia Simonis; Emma Fassio, knitwear designer e blogger di maglia, insieme a Adele Niccolai, artista prestata al patchwork, per la prima volta a Manualmente. E ancora Tommaso Bottalico con la sua Shabby School, Mary Cocciolo, Rita Loccisano e numerosi altri.
Protagonisti come di consueto gli eventi consolidati: il Knit Caffè Letterario, il mondo di carta di Carola Candela, Adele Busatto, Monica Dal Molin ed Elena Marsico, i laboratori di decoupage, scrapbooking e origami. Gli incontri dedicati al cucito, al ricamo, alla tessitura e al merletto. Senza dimenticare l' hobbistica e la cucina con il visual food e il cake design.
Ancora più ricca l'offerta di iniziative rivolte ai piccoli artisti in erba e alle famiglie, con un giorno dedicato,  giovedì 22 settembre dalle ore 14, ad ingresso gratuito per il genitore o altro adulto che accompagna i giovani visitatori dai 3 fino a 9 anni compiuti.
Da segnalare infine le iniziative speciali, dedicate al tema del Natale, del rientro a scuola, agli amici animali; le esposizioni di kimono, arazzi e abiti sartoriali; i concorsi a premi con finalità benefiche. Insomma, una rassegna che promette di riconfermare il successo delle edizioni precedenti e offre l'occasione imperdibile per dare spazio e forma alle proprie idee, senza porre limiti alla fantasia.

XIV MANUALMENTE - Salone della Creatività
Dal 22 al 25 settembre 2016
Lingotto Fiere – Padiglione 1
Via Nizza 280 - Torino
Orario: dalle 9.30 alle 19.00
Ingresso 9 euro - ridotto 7 euro
info@manualmente.it
www.manualmente.it
www.facebook.com/manualmentefiera

venerdì 16 settembre 2016

PAOLO GAIDANO. MOSTRA NEL CENTENARIO DELLA MORTE

Affreschi del Duomo di Carignano - 1879/1885
La caduta degli angeli ribelli
Quasi cento opere celebrano il “principe degli affreschi e ritrattista di Casa Savoia” in una mostra esclusiva che la storica Galleria Fogliato di Torino dedica a PAOLO GAIDANO.
Giovanni Gaidano, discendente dell’artista poirinese, mecenate e appassionato collezionista, ha raccolto e messo a disposizione decine di opere del suo avo. La rettrospettiva ripercorre dunque cronologicamente la carriera e l'evoluzione artistica di una personalità di grande talento, financo geniale, che ha saputo cimentarsi con disinvoltura nell'affresco, nei quadri di genere e nel ritratto, qui esaminati secondo tre differenti itinerari.
Affreschi della Chiesa del Cottolengo a Torino - 1899/1900
L’ultima cena
Ultimo di tre figli, nato a Poirino il 28 dicembre del 1861 da padre muratore e da madre tessitrice, il tredicenne Paolo fu notato per la sua propensione al disegno dal pittore Emanuele Appendini, che egli osservava per ore cercando di imitarlo, mentre in quel periodo stava affrescando la chiesa di S. Croce a Poirino. Dal 1875 al 1878 fu allievo dell’Accademia Albertina di Torino grazie alla lungimiranza dell’industriale poirinese Giovanni Melano che lo favorì sostenendone le spese scolastiche. Frequentò diversi corsi e ottenne più volte premi ai concorsi accademici.
La morte di Manon Lescaut - 1906
Fu allievo di Angelo Moja per i corsi di prospettiva e architettura elementare, di Giuseppe Desclos per ornato, di Enrico Gamba per figura e di Andrea Gastaldi per la pittura.
Proprio con l’appoggio del Gastaldi, il Gaidano appena diplomato subentrò all’Appendini, morto improvvisamente, nei lavori di decorazione del Duomo di Carignano e si connotò per la decorazione murale di carattere sacro. Numerosi sono i suoi affreschi di questo tipo in tutto il Piemonte. Nel 1890 venne nominato professore aggiunto alla cattedra di disegno di figura presso l'Accademia Albertina e si fece conoscere come pittore sia in Italia che all’estero.
Ritratto della Contessa Amalia Canonica Capello - 1906
A partire dal 1893, anno del Ritratto del commediografo Valentino Carrera (Torino, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea), Paolo Gaidano si impose come ritrattista. In questo campo ottenne pubblici riconoscimenti quali il premio Emanuele di Bricherasio alla Quadriennale di Torino del 1908. Fra i suoi ritratti eccellenti figurano esponenti dell'aristocrazia e dell'alta borghesia piemontese, numerosi componenti di Casa Savoia, fra i quali si segnalano il Duca d'Aosta e Vittorio Emanuele III, effigie, quest'ultima, messa a disposizione per la mostra dalla Principessa Maria Gabriella di Savoia attuale tenutaria del dipinto.
Dopo una vita costellata di successi, ostacolati tuttavia da una personalità chiusa e poco empatica, muore improvvisamente a 54 anni, la notte del 3 febbraio 1916, nella sua casa di Torino. È sepolto nella tomba di famiglia presso il cimitero di Poirino.
Marina di Sanremo
L'esposizione, curata da Franco Pavesio e allestita dal Circolo Fotografico “Romolo Nazzaro” di Poirino, è promossa da Olfattorio®, realtà che da sempre si impegna ad unire la ricerca nel panorama delle fragranze di nicchia con la promozione dell’arte, della letteratura e del design. In entrambi i casi lo spirito che anima i fondatori, Giovanni Gaidano e Renata De Rossi, è di pervenire ad una “nota” unica, distintiva, e di assaporare un’esperienza polisensoriale personalizzata che è possibile far propria visitando uno dei Bar à Parfums, con sede a Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna e Porto Piccolo di Sistina (Ts).

PAOLO GAIDANO
Signore degli affreschi e ritrattista ufficiale di Casa Savoia
Dal 15 al 24 settembre 2016
Galleria Fogliato
via Mazzini, 9 - 10123 Torino
tel. 011 887733; info@galleriafogliatotorino.com
Orario: 9,30-13 e 15-19,30. Chiuso il lunedì e festivi
www.galleriafogliatotorino.com

150 TROUBETZKOY. 1866 - 2016

Museo del Paesaggio di Verbania - Ingresso
Il Museo del Paesaggio di Verbania collocato a Palazzo Viani Dugnani, dotato di una bella collezione permanente di opere di pittura, scultura e archeologia, riapre nel piano terra dopo due anni e mezzo di chiusura per importanti lavori di restauro, con una spettacolare rassegna dedicata, in occasione dei centocinquant’anni dalla nascita, al grande scultore Paolo Troubetzkoy. In esposizione 150 sculture in gesso, parte del patrimonio di 340 opere donate al museo dagli eredi dell’artista per sua stessa volontà.
Paolo Troubetzkoy
Mia moglie (ca. 1911)
Troubetzkoy, uno dei maggiori scultori del Novecento, paragonato a Rodin e definito “impressionista” dalla critica internazionale, secondogenito del principe russo Pietro e della cantante americana Ada Winans, nasce a Intra nel 1866. Viene a contatto, nella villa di famiglia a Ghiffa, con i pittori Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni e l'ambiente della scapigliatura lombarda.
Il percorso espositivo, curato da Federica Rabai, conservatore del Museo, si apre dunque con opere, fotografie e documenti storici che ripercorrono questa prima formazione, il suo rapporto con il territorio di Verbania e del Lago Maggiore oltre che le sue esperienze internazionali.
 Paolo Troubetzkoy
Ritratto del principe Lev Galitzin
Nel 1898 Troubetzkoy lascia Milano per la Russia, dove tiene un corso di scultura all’Accademia di Belle Arti di Mosca. Qui incontra Lev Tolstoj ed esponenti dell’aristocrazia russa e di politici, che ritrae con accentuata introspezione psicologica e una forte caratterizzazione sociale. Suo il celebre monumento a cavallo dello zar Alessandro III a San Pietroburgo, inaugurato nel 1909 dopo molte polemiche e rifacimenti, visibile ancora oggi.
Paolo Troubetzkoy
Ritratto di George Bernard Shaw
Nel 1905 ritorna a Milano per trasferirsi a Parigi poco dopo. Effettua frequenti viaggi a Londra: nello studio del pittore Sargent esegue il busto di George Bernard Shaw.
Nel 1911 grazie al collezionista Archer Milton Huntington comincia un tour di mostre personali a New York e in varie città americane. Ritrae molti attori del cinema come Mary Pickford e Douglas Fairbanks senior. Tornato a Parigi nel 1921 vi risiederà quasi ininterrottamente fino alla morte, alternando soggiorni estivi nella Villa Ca’ Bianca a Suna sul Lago Maggiore.
Negli anni Venti, ancora attivissimo, realizza i ritratti di Clemenceau e Mussolini e la statua di Giacomo Puccini per il Teatro alla Scala di Milano. Continua i suoi viaggi in Inghilterra e in Egitto, ed espone in varie città italiane, pur già gravemente malato. Muore nel 1938 per una grave forma di anemia, restando un vegetariano convinto.
Allestimento mostra
La mostra presenta i materiali e i soggetti da lui prediletti: figure femminili, nudi, animali, ballerine e ritratti dal vivo ottenuti da materiali teneri come l’argilla, la cera modellata, il mastice  lavorati con la stecca e le sue dita sottili e affusolate in tocchi pieni di temperamento e vibranti di luce. Famose sono le patinature dei gessi - bronzo, giallo ocra, verde oliva – e la esclusiva tecnica di fusione a cera persa, unica, a suo parere, nel mantenere tutti i particolari del manufatto originale.
Termina il percorso della mostra la parziale ricostruzione, basata su foto storiche in possesso del Museo, dell’amato studio francese di Troubetzkoy e dello studiolo di Suna, andato distrutto in un incendio.

150 TROUBETZKOY. 1866 - 2016

4 giugno 2016 - 30 ottobre 2016
Palazzo Viani Dugnani
via Ruga n.44, 28922 – Verbania (VB)
Orari: dal martedì al venerdì 11-18; sabato domenica e festivi 10 - 19
Per informazioni: tel. +39 0323 556621; segreteria@museodelpaesaggio.it
www.museodelpaesaggio.it

IMMAGINARE IL GIARDINO

Villa Giulia
Esterno - Facciata giardino
Nei bellissimi spazi espositivi di Villa Giulia, affacciati sul Lago Maggiore a Pallanza, apre, fino al 2 ottobre, IMMAGINARE IL GIARDINO.
Il curatore della mostra, Michael Jakob, docente universitario e curatore internazionale, propone una affascinante lettura tematica dove il giardino viene rappresentato in due diverse modalità. La prima sezione presenta 140 splendide incisioni, provenienti da una collezione privata di libri e materiali iconografici, significativa testimonianza circa l’immaginario del giardino nei secoli tra il Seicento e l’Ottocento.
Giuseppe Vasi
 « Otto vedute di giardini di Roma »
 Veduta della Villa dell’E.mo Sig. Cardinale Alessandro Albani
Fuori di Porta Salaria - tavola n.1
Sfilano meravigliosi parchi come quello illustrato nella raccolta Hofstede van Clingendaal (Amsterdam, 1690 ca.) sulla tenuta di Clingendael, con l’imponente frontespizio di Laurens Scherm, composta da 32 stampe delineate da Daniel Stoopendaal e incise da Leon Schenk. Philips Doublet (1633-1707), proprietario della tenuta nei pressi de L’Aia, un gentiluomo amante di architettura, giardino e botanica, tra il 1670 e il 1680 diede al proprio giardino una forte impronta di stile francese. Clingendael divenne in seguito un modello di riferimento per la diffusione della moda geometrica in tutto il paese.
Georges-Louis Le Rouge (1712-1790)
 « Elenco dei nuovi giardini alla moda » (Détail des nouveaux jardins à la mode)
 Quaderno XII - Tavola 24
Si prosegue con il palazzo e il giardino di Heemstede costruiti nel 1645 e acquistati nel 1680 da Diderick van Velthuysen (1651-1716). I bellissimi parterres de broderie, le statue, le fontane e un arco trionfale che conduceva all’orangerie, all’orto e a un grotto sopravvivono ormai soltanto nelle graziose tavole di Isaac de Moucheron. La raccolta di incisioni del 1690 ca. contiene 26 tavole incise, compreso il frontespizio.
Giunti in Italia, delle straordinarie e rarissime incisioni Otto vedute di giardini di Roma, sette portano la firma di Giuseppe Vasi (1710-1782), serie che non trova riscontri nei repertori bibliografici. La qualità artistica delle tavole farebbe attribuire l'esecuzione al giovane Piranesi che, tra il 1741 e il 1744, svolgeva il suo apprendistato presso il Vasi.
Georges-Louis Le Rouge (1712-1790)
 « Elenco dei nuovi giardini alla moda » (Détail des nouveaux jardins à la mode)
L'itinerario prosegue in Austria con il giardiniere-paesaggista tedesco Rudolph Siebeck (1812-1878) famoso per essere l’autore, nel 1862, del Parco della città di Vienna, chiamato anche, per l’appunto, Siebeckpark. In mostra, la rarissima prima edizione de L’arte dei giardini nelle sue forme moderne.
E infine si approda all' Elenco dei nuovi giardini alla moda di Georges-Louis Le Rouge (1712-1790), cartografo, architetto e stampatore francese e autore di una grandiosa impresa editoriale pubblicata a fogli e fascicoli separati nell’arco di tredici anni, a partire dal 1776 fino al 1789, per un totale di 21 quaderni e 496 tavole.
Rudolph Siebeck (1812-1878)
 « L’arte dei giardini nelle sue forme moderne »
(Die Bildende Gartenkunst in ihren modernen Formen)
 Litografia colorata a mano
La seconda sezione della mostra presenta invece la proiezione di filmati sperimentali del Novecento di artisti e video maker – tra gli altri Chris Welsby, Stan Brakhage, Rose Lowder, Marie Menken – che hanno scelto il giardino come specchio delle loro fantasie e proiezioni mentali.
Uno dei filmati presentati nella mostra è Park Film, pellicola strutturale del 1972 dell’artista britannicocandese Chris Welsby che indaga le interazioni tra persone, verde urbano e macchina da presa, in accordo con la ricerca di altri cineasti degli anni ’70-’90.

IMMAGINARE IL GIARDINO
Tre secoli di rappresentazione giardinistica

25 giugno 2016 - 2 ottobre 2016
Villa Giulia
C.so Zanitello, 28922 – Verbania (VB)
Orari: dal martedì al venerdì 14-18; sabato, domenica e festivi 10 - 18
Per informazioni: tel. +39 0323 556621; segreteria@museodelpaesaggio.it
www.museodelpaesaggio.it

martedì 13 settembre 2016

PIATTI STORICI IN MOSTRA

di Tiziano Rossetto
Real castello di Moncalieri
disegno Nicolosino,  incisione Arghinenti, Manifattura Dortu, Torino, 1845 circa
Veduta con cielo nuvoloso e marli a grappoli d’uva grandi.
Piatto a forma di ventaglio facente parte di un raro centrotavola
Foto © Tiziano Rossetto
La Biblioteca del Consiglio Regionale del Piemonte, nell’arco di quasi dieci anni, ha proposto interessanti mostre commentate da cataloghi firmati da nomi di prestigio: Gustavo Mola di Nomaglio, Marco Albera, Giancarlo Melano, Mariarosa Masoero, Albina Malerba. I temi trattati spaziano dal “Monumento da tasca” alla Sindone, ai menù piemontesi, ai gatti da collezionare, alle legature di pregio.
L’attuale mostra IL PIEMONTE SUI PIATTI, a cura di Piero Gondolo della Riva e Marco Albera, riguarda per lo più piatti provenienti dalla collezione dello stesso Gondolo della Riva, che ha curato altresì il catalogo (con prefazione a firma del Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Mauro Laus).
Carta geografica del Dipartimento del Po,
circondato da quelli del Monte Bianco, della Dora,
di Marengo, della Stura e delle Hautes Alpes

Manifattura di Creil, 1808-1818
Foto © Tiziano Rossetto
Fino al Settecento, solo la Cina era in grado di produrre piatti in porcellana di alta qualità. Questi oggetti, finemente dipinti a mano, rimanevano destinati ad un pubblico d’elite. Nel 1709, a Meissen (Germania), l’aggiunta di caolino all’impasto permise di ottenere una porcellana dura simile a quella cinese. Tra Settecento ed Ottocento il commercio dei piatti decorati si diffuse maggiormente, grazie a due innovazioni: in Gran Bretagna ed in Francia si cominciò a produrre “ceramica fine”, detta rispettivamente creamware e faience fine o terre de pipe; quindi, si mise a punto la tecnica per trasferire decorazioni stampate sui manufatti. Numerose manifatture francesi, ad imitazione di quelle inglesi, iniziarono a decorare i prodotti con scene di genere e di battaglie, e con paesaggi stranieri ed italiani, tra cui quelli piemontesi.
Campagne d’Italie – Les Bersaglieri au combat de Frassinetto – n° 2
Manifattura di Creil et Montereau, 1860 circa
Piatto facente parte di una serie di dodici dedicata alla Seconda Guerra d’Indipendenza
Foto © Tiziano Rossetto
Nella presente esposizione vengono messi in mostra piatti datati tra il 1808 ed il 1910, prodotti dalle manifatture di Creil, di Montereau e della torinese Dortu, rimasta in seguito proprietà di Luigi Richard ed infine della famiglia Imoda. 
Le diverse fogge dei piatti vanno dal perimetro circolare, all’ellittico, all’ottagonale, fino a quello lobato, oppure a ventaglio. Le decorazioni dei bordi (marli) variano nei vari pezzi, sebbene talvolta il soggetto centrale rimanga il medesimo. Oltre a scene inerenti l’epopea napoleonica e battaglie della Seconda Guerra d’Indipendenza svoltesi in Piemonte, si possono ammirare vedute immaginarie torinesi e borghi del territorio circostante, carte geografiche e rappresentazioni di edifici storici quali la Vigna della Regina, la Basilica di Superga, palazzi e castelli, quali il Real Valentino o il castello d’Agliè (con e senza nuvole).
Numerose stampe furono tratte dalle incisioni di Giacomo Arghinenti su disegno di Marco Nicolosino. Si possono osservare infine due immagini del Palazzo Reale e del Teatro Carlo Felice di Genova, nonché un piatto dedicato all’Esposizione di Torino del 1898.
La mostra costituisce dunque una finestra aperta sul gusto estetico del passato, testimonia eventi storici e vedute di luoghi ormai modificati dal tempo, celebrando la capacità tecnica dell’operosa industria piemontese.

IL PIEMONTE SUI PIATTI
8 giugno - 7 ottobre 2016
Biblioteca del Consiglio Regionale del Piemonte
Via Confienza, 14 – Torino
Orario: dal lunedì al venerdì 9 - 13 e 14 - 16; mercoledì 9 - 13 e 14 - 18
Info: tel 011 5757 371; biblioteca@cr.piemonte.it
www.cr.piemonte.it

lunedì 12 settembre 2016

MARIO MERZ. LA NATURA È L’EQUILIBRIO

Mario Merz
L’acqua, fa e protegge, disfa ma spinge a crescere
le piantagioni immense della bellissima Ninfea Cornea Speciosa
(1989)
struttura metallica, vetro, piante acquatiche (Eichornia Crassipes)
Ultimi giorni per visitare la mostra MARIO MERZ. LA NATURA È L’EQUILIBRIO, presso la Fondazione Merz di Torino, pensata come un racconto poetico attraverso una decina di opere importanti eseguite dalla metà degli anni settanta agli anni duemila, tra cui disegni, pitture, neon, igloo e installazioni; alle opere sono abbinati e riportati sul muro alcuni testi che provengono da appunti, da libri dell’artista, o estratti da sue interviste.

Mario Merz
Senza titolo, 1973
pennarello, inchiostro, matita su carta
44 x 62 cm
collezione privata
L’allestimento sottolinea l’attenzione dell’autore per il mondo vegetale e per quello animale; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra natura e cultura, sull’osservazione costante dei processi di crescita, delle leggi fondamentali che governano l’universo perché abitare la terra significa osservare e partecipare alle sue evoluzioni.
Alcune vetrine contenenti schizzi, quaderni e piccoli disegni inediti arricchiscono il racconto costituito da immagini e parole.
Mario Merz
Foresta con video sul sentiero, 1995
metal structure, glass, porphyry, branches, monitor
MARIO MERZ. LA NATURA È L’EQUILIBRIO si inserisce nella programmazione della Fondazione che prevede momenti espositivi dedicati all’opera di Mario e Marisa Merz e succede a quella inaugurale alla Fondazione nel 2005 e a quelle tematiche: nel 2007 sulla pratica del disegno, nel 2010 sulla produzione pittorica e sul legame al progetto architettonico nel 2011.

MARIO MERZ. LA NATURA È L’EQUILIBRIO
4 luglio – 18 settembre 2016
Fondazione Merz
via Limone 24, 10141 Torino
Orari: martedì-domenica 11-19
Info: tel. 011.19719437; info@fondazionemerz.org
www.fondazionemerz.org

ESTINZIONI: STORIE DI CATASTROFI E ALTRE OPPORTUNITÁ

MUSE – Museo delle Scienze di Trento
ESTINZIONI: STORIE DI CATASTROFI E ALTRE OPPORTUNITÁ è una mostra promossa e organizzata dal MUSE - Museo delle Scienze di Trento che nasce dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Padova, il FEM2 - Ambiente Srl, spin-off accreditata dell'Università di Milano-Bicocca, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e il MUSE - Museo delle Scienze di Trento nell'ambito di un progetto di ricerca, divulgazione scientifica e valorizzazione delle collezioni museali sviluppato grazie ad un cofinanziamento MIUR (L.6/2000).
Equus quagga
Sud Africa
I reperti esposti, provenienti dai principali musei italiani, permetternno di conoscere il destino delle specie più carismatiche ormai scomparse e di addentrarsi fra le pieghe di vicende meno note, ma altrettanto illuminanti, per leggere gli effetti devastanti delle crisi ecosistemiche, ma anche per riflettere sulle occasioni inattese che si aprono proprio nei momenti di maggiore instabilità.
Con questa mostra, il MUSE di Trento dà il via a un ambizioso progetto che mette in relazione le ricerche e le riflessioni sulla sesta estinzione di massa con le dinamiche che hanno caratterizzato le cinque grandi estinzioni paleontologiche avvenute negli ultimi 500 milioni di anni.

Pinguinus impennis
Oceano Atlantico settentrionale
Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino sarà presente con i contributi del proprio personale scientifico e curatoriale e con  alcuni rari esemplari delle specie estinte provenienti dalle collezioni zoologiche storiche dell’Università di Torino, come ad esempio il Quagga (Equus quagga – Sud Africa) e l’Alca Impenne (Pinguinus impennis - Oceano Atlantico settentrionale). 
Il percorso della mostra sarà arricchito da raffinate installazioni multimediali, video e animazioni originali, interviste e spazi interattivi.

ESTINZIONI: STORIE DI CATASTROFI E ALTRE OPPORTUNITÁ
16 luglio 2016 – 26 giugno 2017
MUSE – Museo delle Scienze di Trento
Corso del Lavoro e della Scienza 3 - Trento
Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19. Lunedì chiuso
www.muse.it

sabato 3 settembre 2016

ORGANISMI

Émile Gallé
Vaso, 1903-1904 ca.
Vetro cammeo in beige-marrone e verde chiaro con decorazioni leggermente in rilievo di conchiglie su un fondo di alghe inciso ad acido e alla ruota. Poggia su una base in bronzo cesellata patinata in marrone che richiama lo stesso tema.
Firmato Gallé in stile giapponese leggermente in rilievo, h 31.5 cm © Arkas Holding
La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta ORGANISMI, mostra d'arte, architettura, design, fotografia e cibo, tra Art Nouveau e contemporaneità, curata dal neodirettore Carolyn Christov-Bakargiev insieme a Virginia Bertone, conservatore del museo.

Santiago Ramon y Cajal
Cellule monopolari della retina di un’ape, 1915
china nera su carta, cm. 10,5 x 15 © Instituto Cajal Madrid
Protagonisti sono i raffinati vasi, mobili e disegni di Émile Gallé provenienti dalla Collezione Arkas di Izmir, dal Musée de l’École de Nancy e dal Musée d’Orsay di Parigi; i disegni dell’architetto Liberty Raimondo D’Aronco e quelli di carattere scientifico di Santiago Ramón y Cajal, scopritore del neurone. Al nostro tempo appartengono le installazioni dell’artista francese Pierre Huyghe che da alcuni anni crea veri e propri ecosistemi come opere d'arte, nonché i “muri vegetali” , pensati a partire dalla fine degli anni '70 dal botanico Patrick Blanc, e le architetture in relazione empatica con l'ambiente progettate da Mario Cucinella, principale protagonista italiano della Green architecture.
Mario Cucinella
Kwame Nkrumah Presidential Library Lago Volta, Ghana
Plastico. Veduta d’insieme, Modello MCA Archive, foto modello by Moreno Maggi
In mostra anche i lavori degli artisti Marcos Lutyens ed Elena Mazzi, l’alimentazione sostenibile di Slow Food fondata da Carlo Petrini e del progetto Granai della Memoria dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
L’Art Nouveau, vero e proprio “stile” moderno ispirato a immagini e motivi decorativi tratti dal mondo vegetale e animale, vede tra le esperienze di maggiore fascino l’École de Nancy, sotto la guida di Émile Gallé (Nancy 1846-1904). Artista tra i più importanti della storia del vetro, Gallé compie studi di zoologia e botanica, è maestro nella creazione di opere in vetro e ceramica, oltre che nella produzione di mobili di squisita fattura, anch’essi ispirati alle forme armoniose della natura.
Raimondo D’Aronco
Rotonda d’Onore, decorazione interna, Agosto 1901, firmato
Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa di Torino,
Disegno a matita, china acquarello e porporina su carta lucida, 610x475
© Civici Musei di Udine, Gallerie del Progetto
L’architettura Liberty è rappresentata da una ricca selezione di disegni di Raimondo D’Aronco (Gemona del Friuli, 1857 - Sanremo, 1932), provenienti dai Musei Civici di Udine - Gallerie del Progetto. D’Aronco realizzò i padiglioni per l’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902, nel nuovissimo stile moderno contaminato da elementi bizantini e ottomani.
L’esposizione indaga altre figure emblematiche dell’organicismo di fine Ottocento quali Santiago Ramón y Cajal (Petilla de Aragón, 1852 - Madrid, 1934), Premio Nobel per la Teoria dei Neuroni nel 1906. In mostra libri, dipinti, disegni a china e un nucleo di fotografie, a sottolineare l’importanza del lavoro degli scienziati nella creazione di un immaginario artistico e visivo nel XX secolo.
Pierre Huyghe
Nymphéas Transplant, 2014, Particolare
Switchable glasses, concrete base, live freshwater ecosystem, © Pierre Huyghe
Il biocentrismo contemporaneo è invece rappresentato da Nympheas Transplant, acquario di Pierre Huyghe (Parigi, 1962) che contiene il vero ecosistema del laghetto di Monet a Giverny, mentre Patrick Blanc (Parigi, 1953) realizza per la GAM  Pénétrante Vivante, "giardino verticale" con 25 tipi diversi di piante, molte delle quali rare e preziose, che provengono dai suoi viaggi in India, Sumatra, Giappone, Taiwan, Malesia, Filippine e in numerosi altri luoghi.
Preziose sono le testimonianze di bioarchitettura provenienti dallo studio dell’architetto Mario Cucinella, che ha ideato un ambiente sperimentale nel quale luce biodinamica e aria purificata cooperano per neutralizzare batteri, acari, muffe, virus e pollini.
Patrick Blanc
Musée du Quai Branly, Parigi, intervento Ottobre 2011
2004, Inchiostro su carta stampata, 21 x 29 cm © Patrick Blanc
Infine, La main aux eaux, omaggio a Émile Gallé dell'artista e ipnotista Marcos Lutyens (Londra, 1964), indaga la dimensione inconscia, spirituale e gli aspetti visionari dell'opera d'arte.
Contemporaneamente a Organismi, al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sono allestite alcune opere di Eva Marisaldi, Mario Merz e Giuseppe Penone attinenti al tema.

ORGANISMI
Dall’Art Nouveau di Émile Gallé alla Bioarchitettura
4 maggio – 6 novembre 2016
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta 31 - Torino
Orario: martedì-domenica 11-19, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima  
Info: t. 011 4429518 (Centralino) - t. 011 4429595 (Segreteria); gam@fondazionetorinomusei.it
www.gamtorino.it