mercoledì 9 dicembre 2015

IL DRAGO E IL FIORE D’ORO

"Se durante lo stato di quiete lo spirito ha la sensazione di una grande serenità
quasi come in un'ebbrezza lucida...

questo è un segno che lo yang è armonicamente distribuito in tutto il corpo;
allora il Fiore d'Oro comincia a sbocciare.
Quando, dopo di ciò...questa vasta terra viene sentita come un mondo di luce,
questo è un segno che l'interno del cuore si apre alla luce.
Questo è anche un segno che il Fiore d'Oro sta dischiudendosi."

Il segreto del Fiore d'Oro (Tai yi jin hua zong zhi)
Il MAO Museo d’Arte Orientale, in collaborazione con la Fondazione Museo Asia, propone una grande mostra che presenta per la prima volta opere di arte tessile di rara bellezza e impatto visivo: 36 tappeti di manifattura cinese realizzati tra il 18° e il 19° secolo nei laboratori imperiali per adornare le immense sale e i podi dei troni dei palazzi dell’Imperatore nella Città Proibita di Pechino.
Le preziosissime opere esposte provengono da varie collezioni internazionali e rappresentano una selezione significativa di tutti i tappeti imperiali di seta e metalli preziosi della dinastia Qing (1644-1911) conosciuti nel mondo, che superano di poco i trecento esemplari.
Drago Imperiale
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca  Qianlong (1736-1795)
cm 116 x 205
Il tappeto - frutto di una raffinatissima arte che vedeva gli artigiani/artisti dei laboratori imperiali combinare seta, oro, argento e rame -  esprimeva il  potere imperiale e la concezione del mondo a esso sottostante attraverso la componente estetica e decorativa.
Con la loro straordinaria lavorazione, con la luce che sembra scaturire dal fondo dei tappeti, con la complessa decorazione di esseri favolosi e animali fantastici, queste opere rappresentano una finestra spalancata sul mondo del potere divino dell’Imperatore e sulla Città Proibita, uno sguardo sui simboli e sui principi del taoismo, la dottrina filosofico/religiosa che ha permeato la cultura e la società cinese.
Il Drago del Cielo
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca Qianlong (1736-1795)
cm 247 x 308
nell’iscrizione: Ningshougong Yuange Beiyong
In dotazione di riserva per il Palazzo della Tranquillità e della Longevità
A partire dal titolo, la mostra dischiude al visitatore un mondo invisibile e complesso nel quale il Drago rappresenta l’Imperatore, il Figlio del Cielo, il potere, mentre il Fiore d’Oro dai mille petali è il simbolo dell’energia divina e del’universo. Questi due simboli assieme ci raccontano dell’ordine del cosmo e dell’immortalità.
Il Drago del Cielo e della Terra
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca Yongzheng (1722-1735)
cm 185 x 273
Il fascino dell’universo simbolico scritto nella trama dei tappeti trova rispondenza in musica e immagini e la mostra si fa polisensoriale: la partitura originale 'The Dragon and the Golden Flower' per quartetto d'archi ed elettronica scritta da Nina Danon e la videoinstallazione in cinque sezioni 'Mirrors' di Andreas Nold accompagnano e avvolgono il visitatore durante percorso di visita.
Ritmi e movimenti ispirati al simbolismo e alla storia delle opere in mostra vengono usati per creare un linguaggio in cui i cinque sensi si fondono dando vita a paesaggi sonori e armonie visive.
Oltre ai grandi tappeti, cuore della mostra, il MAO espone due vesti anch’esse risalenti alla dinastia Qing provenienti da una collezione privata e una selezione di opere della collezione permanente del Museo.
La Danza del Leone delle Cinque Direzioni
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca Daoguang (1820-1850)
cm 120 x 120
Per tutta la durata della mostra, un ricco calendario di eventi consentirà al pubblico di immergersi totalmente nell’atmosfera della Cina antica, apprezzandone dal vivo la storia, l’arte e le tradizioni.
La rassegna prevede incontri con gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione della mostra, conferenze in collaborazione con l’Istituto Confucio di Torino, workshop, spettacoli, attività per famiglie, visite guidate alla mostra, degustazioni di tè e festeggiamenti in concomitanza il Capodanno cinese.

IL DRAGO E IL FIORE D’ORO
Potere e Magia nei Tappeti della Cina Imperiale
5 dicembre 2015 - 28 marzo 2016
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11, Torino
Orario: mar-ven 10-18 sab-dom 11-19 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Chiuso il lunedì
info: t. 011.4436928; mao@fondazionetorinomusei.it; www.maotorino.it
Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale | Twitter @maotorino

sabato 5 dicembre 2015

EARTHRISE

Earthrise, veduta allestimento
EARTHRISE, terza mostra collettiva a cura di Marco Scotini nell’ambito del programma artistico 2015 del PAV di Torino, aggiunge un nuovo capitolo alla genealogia del rapporto tra pratiche artistiche, politiche ed ecologiche, presentando un insieme di ricerche pionieristiche condotte in Italia negli anni cruciali attorno al ‘68. Il sessantotto è anche l'anno della celebre foto scattata da William Anders il 24 dicembre, meglio nota come “Earthrise”, da cui prende il titolo l’esposizione, dove la Terra appare per la prima volta vista dalla Luna.
Gianfranco Baruchello
Giornali appesi all’albero, 1975
giornali, filo di ferro
Courtesy Fondazione Baruchello
“L’idea che faremo meglio a tornare alla terra intesa come risposta polemica all’esplorazione spaziale è l’idea di base dalla quale sono partito per questa avventura chiamata Agricola Cornelia”, scriveva Gianfranco Baruchello nel 1983. La fattoria sperimentale, che porta il nome di Agricola Cornelia S.p.A., inizia a prendere forma nel 1973, “alla fine – cioè – di tutte le esperienze politiche con le quali eravamo stati connessi dal sessantotto in poi e ci scoprivamo alla ricerca di valori diversi dalla normale militanza”. Nel 1971 il gruppo di architettura radicale 9999 lancia un manifesto-volantino con lo slogan: “Caro studente o cultore dell’ambiente, stai attento! Il tuo ecosistema è in crisi, la tua capacità creativa è assopita”. La terra vista come “luogo del ritorno” è ciò che unisce queste esperienze ai Tappeti Natura di Piero Gilardi della seconda metà dei ’60 e alle incursioni sugli orti urbani spontanei e periferici di Ugo La Pietra.
Ugo La Pietra
Recupero e reinvenzione (orti urbani), 1969
tecnica mista e collage su carta, cm 60x60
Courtesy Studio Ugo La Pietra
Alcuni dei lavori in esposizione, riuniti anche nella mostra ormai storica Italy: The New Domestic Landscape presso il MoMA, del 1972, sembrano essere oggi gli unici precursori, nel contesto italiano, del rinnovato rapporto tra pratiche artistiche e ambito ecologico. Al Progetto Apollo (1971) dei 9999, in cui la Luna diventa l’arca su cui conservare i modelli della vita terrestre in distruzione, fa seguito nello stesso anno il modello abitativo Vegetable Garden House, nel quale tecnologia e natura si coniugano secondo il principio delle risorse riciclabili. L’idea di riciclo ricompare nella ricerca di La Pietra sugli orti spontanei ai margini della città, intesi come “gradi di libertà” e di creatività sociale ancora praticabili e auspicabili in una proposta di gestione integrale della città.
9999
Vegetable Garden House, 1971
fotomontaggio
Archivio Carlo Caldini, Firenze
Il progetto a lungo termine di Gianfranco Baruchello, Agricola Cornelia S.p.A., include in un’unica ampia azione individuale e collettiva l’estetica, l’agricoltura, la zootecnia e la vita. L’idea di ecoambiente sviluppata da Baruchello è implicita anche nei Tappeti Natura di Piero Gilardi, frammenti paesistici in poliuretano, simbolicamente sottratti all'inquinamento ambientale. Questa utopica dimensione scultorea lo condurrà, negli stessi anni, ad allontanarsi dal sistema dell’arte per una immersione radicale nella vita sociale reale, con largo anticipo sul concetto di “ecosofia” formulato da Félix Guattari nel 1989.
Piero Gilardi
Greto di torrente, 1967
poliuretano, cm 70x90x20
Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi
Fre le iniziative di approfondimento intorno alla mostra EARTHRISE le Attività Educative e Formative propongono Immersioni Urbane, laboratorio per le scuole secondarie di primo e secondo grado. L’attività propone una riflessione sulla città a partire dal lavoro di Piero Gilardi e Ugo La Pietra che, nel corso delle loro ricerche, hanno indagato e attivato esperienze artistiche partecipative volte a una riappropriazione dell’identità collettiva e degli spazi pubblici.

EARTHRISE
Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana (1967-73)

9999, Gianfranco Baruchello, Ugo La Pietra, Piero Gilardi
a cura di Marco Scotini
Dal 6 novembre 2015 al 21 febbraio 2016
PAV Parco d'Arte Vivente
Via Giordano Bruno, 31 - 10134 Torino
Orari: venerdì, 15 - 18; sabato e domenica, 12 - 19
Info e prenotazione attività: +39 011 3182235; press@parcoartevivente.it
www.parcoartevivente.it

venerdì 4 dicembre 2015

ORTI SCOLASTICI IN RETE

Venerdi 11 dicembre alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Orto Botanico (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università, viale Mattioli 25, Torino) si terrà l'incontro Orti scolastici in rete: dal progetto alla pratica. Un’esperienza torinese con Davide Lobue dell’Associazione Parco del Nobile di Torino.
“Orti a scuola”: nell'anno di EXPO Nutrire il Pianeta si è parlato molto di orti sociali, collettivi, biologici, biodinamici, ma le scuole - e quelle di Torino in particolare - sono anni che lavorano sul tema degli orti. Orti alla Otto, ad esempio, è un progetto della Circoscrizione VIII realizzato dall'Associazione con la collaborazione di insegnanti, educatori e famiglie delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie presenti sul territorio.
Portare l'orto nel cortile scolastico significa dare ai bambini la possibilità di sperimentare, conoscere, esprimersi, scoprire le stagioni, il tempo, le piante, insegna ad avere cura del prossimo, dell'ambiente a condividere spazi, strumenti, progetti.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione Parco del Nobile di Torino, la Società Botanica Italiana – Sezione Piemonte e Valle d’Aosta e l’Orto Botanico dell’Università di Torino.

Davide Lobue, laureato in Scienze Naturali presso l'Università degli Studi di Torino, educatore e formatore che da anni si occupa di educazione ambientale e alla sostenibilità, ci parlerà del recupero di spazi scolastici attraverso la realizzazione di orti, giardini e apiari didattici con i bambini.

Ingresso libero
Informazioni: Annalaura Pistarino, tel- 011.4326312

mercoledì 2 dicembre 2015

IL MERCANTE DI NUVOLE. STUDIO65: CINQUANT’ANNI DI FUTURO

Studio65
stand Babilonia 72
composizione poltrona Acanto, 1972
Prima tappa in Italia della mostra Il Mercante di Nuvole. Studio65: cinquant’anni di Futuro che celebra i 50 anni di attività di Studio65, fondato a Torino nel 1965 da un collettivo di futuri architetti riuniti attorno alla figura di Franco Audrito, intenzionati a combattere il conformismo imperante dello stile “moderno” con le nuove idee creative del design radicale.
La mostra raccoglie per la prima volta insieme progetti e oggetti di Studio65, molti dei quali prodotti da Gufram, storico marchio che festeggerà il cinquantesimo compleanno nel 2016, celebrato in anteprima dall'edizione speciale limitata del divano Bocca, in versione oro.
Studio65
Capitello (Acanto), seduta, 1971
prodotto da Gufram ©Stefano Ferroni
Risale al 1970 la prima edizione di Bocca e tra il 1971 e il 1972 datano la seduta Capitello, la poltroncina Attica e il tavolino Attica TL, tutti nati dal sodalizio fra Gufram e Studio65. Dal profondo significato concettuale, il divano Leonardo, il mobile-contenitore Colonna Sonora, la seduta Mela del Peccato, segnano il passaggio tra era industriale e società post-industriale.
‘La capacità di immaginare e trasformare elementi d’arredo in icone del nostro tempo - afferma la curatrice Maria Cristina Didero - è mossa dalla natura profondamente irriverente, rivoluzionaria e iconoclasta che ha caratterizzato l’attività di Studio65.”
Studio65
Leonardo, divano componibile, edizione 2015
prodotto da Gufram©Stefano Ferroni
L’allestimento, concepito come un progetto urbano virtuale con strade e piazze che si alternano lungo il percorso espositivo, diventa esso stesso un’esperienza collettiva, interattiva e ludica, dove gli oggetti possono essere fruiti direttamente e liberamente dal visitatore. Questi potrà costruire composizioni fantasiose con i pezzi del gioco Baby-lonia (1972), ispirato alle scatole delle costruzioni. Potrà farsi immortalare sul divano Bocca, o sulla maxi poltrona fumetto Mickey (1972). Oppure potrà sdraiarsi sul lungo divano Bruco (1970), su Chiocciola (1970) divano a forma di foglia d’acanto arrotolata, o sulla poltrona Money Money (2013) simbolo dello smisurato potere finanziario degli ultimi anni. Per terminare sdraiati sul Tappeto di nuvole (2015), come veri sognatori.
Studio65Money Money, seduta, 2015
©Stefano Ferroni
Il coinvolgimento del pubblico sarà totale, anche grazie a due progetti collaterali condivisi sui principali social network collegati alla mostra. Tutte le domeniche del periodo espositivo in Museo, dalle ore 10 alle 13, ‘Star & Design. Divi per un giorno’ vedrà l’hairstylist Franco Curletto  e il suo staff in collaborazione con L’Oreal, acconciare e truccare 10 partecipanti selezionati ogni settimana, i quali saranno poi immortalati dal fotografo Daniele Ratti come divi hollyoodiani sul divano Bocca, allestito in un set fotografico.
Studio65
Baby-lonia appare tra le nuvole come un castello incantato
, 2015
gioco per bambini
prodotto da Gufram ©Stefano Ferroni
A partire dal 16 novembre 2015 fino al 28 febbraio 2016 due divani Bocca saranno i protagonisti di un’installazione realizzata con il supporto di GTT – Gruppo Torinese Trasporti nelle due stazioni della metropolitana XVIII Dicembre e Porta Nuova, dove i passeggeri potranno sedersi e scattare una fotografia da postare on line con l’hashtag #il mercantedinuvole.
Dopo la tappa torinese, Il mercante di nuvole. Studio65: cinquant’anni di futuro sarà presentata in altre istituzioni internazionali iniziando dal Medio Oriente (Ryad, ottobre 2016 e Jeddah, febbraio 2017).
Il catalogo Skira è a cura di Maria Cristina Didero e Franco Audrito, con contributi di esponenti del mondo del design internazionale.

IL MERCANTE DI NUVOLE.
Studio65 cinquant’anni di futuro

27 novembre 2015 - 28 febbraio 2016
GAM
via Magenta 31, Torino
facebook: GAM Torino | twitter: @gamtorino | instagram: GAM TORINO
Facebook Studio65 | Twitter & Instagram studiosessanta5
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www.studio65.eu
www.gamtorino.it