martedì 28 luglio 2015

MAZZONIS E GLI ALTRI

Ottavio Mazzonis, Vestito rosa, 1949
olio su tela, 70 x 50 cm
 Fondazione Ottavio Mazzonis
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ottavio Mazzonis, a cura di Laura Facchin, propone per la prima volta al pubblico le opere del Maestro assieme ad un corpus selezionato di opere d’arte provenienti dalla sua personale collezione.
Ottavio Mazzonis, Natura Silente (Il biscuit di Sevres), 1966/1970
olio su tela, 47.5 x 57.5 cm
 Collezione privata
Cresciuto in una famiglia dell’aristocrazia torinese nell'antico Palazzo dei Solaro della Chiusa (oggi sede del Museo d'arte orientale di Torino), fin dall’infanzia Mazzonis ebbe modo di confrontarsi con l'arte e la cultura, attraverso la madre Elisa Desio Boggio (che prima del matrimonio era stata un apprezzato soprano) e il padre Federico, collezionista di dipinti sia di arte antica che di autori contemporanei.
Nella collezione personale di Mazzonis, che andò poi a combinarsi con la quadreria di famiglia, ritroviamo sculture di artisti attivi nella Versailles di Luigi XV e di Luigi XVI, come Jean Jacques Caffieri e Jean-Antoine Houdon, affiancati ai lavori di Gaetano Cellini, attivo sulla scena torinese nel primo Novecento.
Stefano Maria Legnani detto il Legnanino (Milano, 1661-1713)
Sposalizio mistico di Santa Caterina, 1690-1710
olio su tela, 173 x127.5 cm
Fondazione Ottavio Mazzonis
Inoltre lavori di protagonisti italiani del Settecento, come Giovanni Battista Pittoni, o di maestri del pieno Seicento quali Mathias Stomer e Luca Giordano, affiancano un interessante nucleo di tele del pittore Giacomo Francesco Cipper detto Todeschini, riscoperto dalla critica a partire dalla metà del Novecento.
Il percorso, tematico e parzialmente cronologico, è articolato in quattro sezioni. La prima, dedicata alla formazione di Mazzonis, presenta alcuni esemplari dalla quadreria di famiglia, come la splendida pala inedita di Legnanino con il Matrimonio Mistico di Santa Caterina, e Maestri del primo Novecento piemontese, da Luigi Calderini a Nicola Arduino, fondamentali per il giovane artista.
Ottavio Mazzonis, Pietà, 1968
bronzo patinato di verde, altezza 52.5 cm
Fondazione Ottavio Mazzonis
La seconda sezione mostra la passione di famiglia per grandi maestri del Seicento e Settecento italiano, da Luca Giordano ad Andrea Pozzo. La loro lezione trova nuove interpretazioni in opere pittoriche e scultoree del Maestro, ispirati a modelli figurativi barocchi, con interessanti propensioni nei confronti di Bernini e del rococò francese: dalle diverse varianti sul tema della Pietà alle dirette citazioni di esemplari dalle sue raccolte nelle Nature silenti.
Marco Calderini (Torino, 1850-1941)
Giardini di Palazzo Reale a Torino, 1890-1910 ca
olio su tela, 70.5 x 90 cm
 Fondazione Ottavio Mazzonis
La terza rivela il profondo interesse di Mazzonis per la pittura veneziana del XVIII secolo, da Tiepolo al vedutismo. Gli studi e le diverse interpretazioni delle opere di Tiepolo e della sua famiglia, dalle riflessioni sulla celebre Immacolata-Assunta del Prado alle gustose serie inedite di piccolo formato con le caricature di personaggi dell’aristocrazia della Serenissima o gli Scherzi dei Pulcinella acrobati, sono messi a confronto con opere di maestri quali il delizioso modelletto di Giambattista Pittoni.
Nella quarta e ultima sezione lavori di artisti attivi in ambiente torinese a cavallo dei due secoli, come l’amato Gaetano Cellini e Francesco Mosso, si mostrano in dialettica con dipinti e lavori plastici di Ottavio Mazzonis che mostrano sofisticati accenti simbolisti.
Ottavio Mazzonis, Giardini di Palazzo Reale a Torino (da una idea di Luigi Calderini), 1970
olio su tela, 70 x 100 cm
Fondazione Ottavio Mazzonis
In concomitanza con la mostra saranno esposte nella Galleria del Museo cinque sculture luminose raffiguranti cinque alberi da frutto (ciliegio, mandarino, nespolo, susino, pero) e un agrifoglio, realizzate da Armando Vocaturi per celebrare i cinquant’anni di attività dell' artista / artigiano, come egli stesso ama definirsi. Nato a Cassano allo Ionio (CS) nel 1934 e trasferitosi a Torino a 25 anni dove aprì una bottega in via Po specializzata nella lavorazione del ferro battuto, Vocaturi ebbe committenze importanti tra cui il celebre antiquario Pietro Accorsi.

MAZZONIS E GLI ALTRI
Le opere del Maestro e i tesori della sua collezione
Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto
Via Po 55 - Torino
15 luglio – 30 agosto 2015
Orario: da martedì a domenica 15 – 19. Lunedì chiuso
Informazioni: 011 837688 int. 3; info@fondazioneaccorsi-ometto.it
www.fondazioneaccorsi-ometto.it