venerdì 21 novembre 2014

CAVALLI CELESTI

Cavaliere corazzato e con faretra su cavallo bianco
terracotta grigia, ingobbio, pigmenti stesi a freddo
28,4 x 28,3 x 11,8 cm
Cina, Shaanxi (?) Han Occidentali, II secolo a.C.
Proprietà Compagnia di San Paolo
In occasione dell’anno del cavallo, secondo il calendario  cinese, il MAO presenta CAVALLI CELESTI. Raffigurazioni equestri nella Cina antica, una mostra per esplorare uno dei simboli della storia e della cultura cinese attraverso quarantacinque opere, dall’XI secolo a.C. al X d.C., provenienti dalle collezioni del museo e da una raccolta privata torinese.
Cavallo panciuto con criniera “a cimiero”
bronzo rossastro, 32,3 x 27,5 cm, Cina sud-occidentale
Han Orientali, II secolo d.C. (?)
Proprietà Regione Piemonte
Emblemi di nobiltà, eleganza, velocità e potenza, i cavalli si sono arricchiti nel corso del tempo di valenze soprannaturali ammantate di resoconti leggendari. Uno dei miti più noti è proprio quello dei “Cavalli Celesti”, straordinari destrieri capaci di trasportare chi li cavalcava nelle terre degli immortali.
Sei suonatori a cavallo
terracotta grigia, ingobbio, pigmenti stesi a freddo
dimensioni massime 34,8 x 32,4 cm
Cina, Shaanxi, dinastia Tang, metà VII –metà VIII secolo d.C.
Proprietà Comune di Torino
Il percorso espositivo è articolato in sette sezioni che corrispondono a diversi ambiti tematici: dalla guerra, al commercio, allo svago. In mostra preziose statuine funerarie a tutto tondo in terracotta dipinta e invetriata, nel periodo dalla dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) alla dinastia Tang (618-907 d.C.), dove i cavalli appaiono soli o in rapporto dinamico con il cavaliere, colorati e arricchiti di dettagli a seconda della funzione che l'immagine doveva evocare e rendere viva. Saranno inoltre esposti elementi arcaici di bardature e di carri (XI sec. a.C. – II sec. d.C.), rilievi e ceramica dipinta (II sec. a.C. – I sec. d.C.).
Cavallo sellato
terracotta grigia, ingobbio, tracce di pigmento steso a freddo
59,5 x 56 x 22,5 cm
Cina, Shanxi (?), dinastia Tang, metà VII secolo d.C.
Collezione privata
In occasione della mostra saranno proposte conferenze e incontri di approfondimento con il pubblico, visite guidate dedicate, attività per scuole e famiglie.
Accompagna l’esposizione il catalogo edito da Silvana Editoriale, scritto da Marco Guglielminotti Trivel, conservatore del MAO per l’Asia orientale, con il contributo di Domenico Bergero, direttore della Struttura Didattica Speciale Veterinaria dell’Università di Torino.

CAVALLI CELESTI
Raffigurazioni equestri nella Cina antica

dal 21 novembre 2014 al 22 febbraio 2015
MAO Museo d’Arte Orientale
via San Domenico 11 - 10122 Torino
Orario: martedì - domenica 10 -18 (la biglietteria chiude un'ora prima).
Chiuso il lunedì
Info: 011.4436928; mao@fondazionetorinomusei.it
Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale
Twitter @maotorino
www.maotorino.it

lunedì 17 novembre 2014

CARLO PIGINO

 
Una selezione di opere recenti, risalenti agli ultimi due anni di una produzione più che decennale, costituisce l'esposizione che la Galleria Vailati Arte dedica fino al 21 novembre alla pittura di Carlo Pigino.
Nato a Palazzolo Vercellese nel 1943, l'autore sviluppa negli anni uno spiccato interesse per l'arte figurativa, con particolare riferimento ai maestri dell' Ottocento e del Novecento.
A questo segmento di produzione pittorica Pigino dichiara di ispirarsi, essendo stato tra gli anni Ottanta e Novanta titolare della storica Galleria Bottisio a Torino.
Circa venti opere nelle quali il silenzio ovattato della neve pervade architetture note ai torinesi, monumenti simbolo di una città d'altri tempi dove il centro storico era teatro del loisir e le residenze reali facevano da quinta ai momenti giocosi e mondani dell'alta borghesia.
Spazi e architetture oggi dissimulate, in molti casi, dietro ai cantieri di una metropoli in continua trasformazione, o soverchiate da onnipresenti insegne pubblicitarie, che i colori di Pigino cancellano con sapiente perizia per delineare scorci dai toni rassicuranti e a tratti fiabeschi.
Un paesaggio ideale, dunque, al quale fanno da contrappunto vedute della Val d'Aosta, un casolare a Giaveno, per completare un personale racconto della memoria attestato sul passato, ma saldamente ancorato alla natura viva e presente nell'immaginario del pittore.
Ed è questa sensibilità, più che l'aspetto tecnico, che Pigino ricava dalla tradizione paesaggistica ottocentesca: una realtà concreta eppure ideale, un modo peculiare di raccontare i cambiamenti, che uniti al nitore compositivo del Novecento, si fondono in uno stile ben identificabile. Il punto di vista condiviso da chi cerca nella pittura una dimensione assoluta, lontana dai clamori, ma non troppo da ciò che è familiare; un mondo nel quale smarrirsi, per scoprire con stupore di aver trovato, forse, l'isola che non c'è.

CARLO PIGINO
Mostra personale
7 - 21 novembre 2014
Galleria Vailati Arte
Corso Bramante, 78 - 10126 Torino
Orario: 9,30-12,30 e 15,30-19,30. Chiuso lunedì mattina
Info: 011 6967292, galleria@vailatiarte.it
www.vailatiarte.it, pagina facebook

giovedì 13 novembre 2014

DUALISMO E UNITA'

Giuliana Azzario, Silvia Cestari, Michele Di Erre
Laura Fernandez, Bruno Guala, Mimmo La Grotteria
Vittoria Piccioni, Alberto Vindrola
L'Associazione “Amici dell’Arte” inaugura Domenica 16 novembre 2014 alle ore 18, presso l'Educatorio della Provvidenza a Torino, la mostra collettiva  DUALISMO E UNITA'.
Otto gli artisti presenti con opere ad acquerello, acrilico, olio, in una rassegna di stili eterogenei e tecniche differenti. Vi figurano l'astrattismo di Giuliana Azzario, il paesaggismo realista di Silvia  Cestari, le immagini derivate dal repertorio pop di Michele Di Erre e Mimmo La Grotteria, i volti contemplativi dello scultore e pirografo Bruno Guala, per proseguire con le composizioni eclettiche di Laura Fernandez, fino a risalire alla più tradizionale rappresentazione di genere con le nitide prospettive ad acquerello di Vittoria Piccioni e le poetiche vedute di  Alberto Vindrola.
Presso il  Circolo della Lirica "Amici di Renato Bruson", nei locali dell'Educatorio, sarà possibile assistere a partire dalle ore 16 al concerto con il soprano Yasmine Ferrero Varesino e Alberto Vindrola al pianoforte.

DUALISMO E UNITA'
Collettiva
16 - 22 novembre 2014
Inaugurazione domenica 16 novembre 2014 alle ore 18,00
Educatorio della Provvidenza
Corso Trento, 13 - 10129 Torino
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 20
Per informazioni: 336202778; amicidellarte2013@gmail.com
www.amici-dell-arte.it

lunedì 10 novembre 2014

WOMEN OF VISION

Stephanie Sinclair
“ Troppo giovani per dire sì”
giugno 2011
 Hajjah, Yemen
Con la mostra WOMEN OF VISION, che raccoglie le storie narrate su National Geographic da 11 donne che hanno dedicato la loro vita alla testimonianza attraverso la fotografia, Palazzo Madama avvia la partnership con National Geographic Italia.
Diane Cook
“ Fortezza assediata”
aprile 2008
Kauai, Hawaii
Ci sono veterane come Lynn Johnson, Jodi Cobb e Maggie Steber, e talenti emergenti come Erika Larsen e Kitra Cahana. Ci sono artiste che hanno dedicato la loro carriera a raccontare la società e la condizione femminile, altre che hanno immortalato paesaggi onirici, altre ancora che hanno scelto per missione la conservazione della natura e la tutela dell’ambiente.
Lynsey Addario
“Baghdad dopo la tempesta”
luglio 2011
Baghdad
99 fotografie, esposte in Corte Medievale, ritraggono culture lontane, immagini emblematiche di fenomeni come la memoria e l’alchimia che si instaura tra gli adolescenti, immortalano il disagio sociale delle spose bambine e la nuova schiavitù del XXI secolo.
Maggie Steber
“I segreti della memoria”
novembre 2007
Hollywood, Florida
Da 125 anni la fotografia di National Geographic è testimone autorevole dei grandi cambiamenti del mondo. La partnership tra Fondazione Torino Musei e National Geographic Italia è un'importante occasione per valorizzare l’offerta culturale della città ed affiancare l’immagine del museo a un marchio internazionale, riconosciuto nel mondo.
Erika Larsen
“Sami, il popolo che sussurrava alle renne”
novembre 2011
Gällivare, Svezia
Le fotografe in mostra: Lynsey Addario; Jodi Cobb; Kitra Cahana; Diane Cook; Carolyn Drake; Lynn Johnson; Beverly Joubert; Erika Larsen; Stephanie Sinclair; Maggie Steber; Amy Toensing.

WOMEN OF VISION
Le grandi fotografie di National Geographic

25 ottobre 2014 - 11 gennaio 2015
Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica
Piazza Castello - Torino
Orario: martedì - sabato 10-18, domenica 10-19.
La biglietteria chiude un'ora prima. Chiuso il lunedì
Info: t. 011 4433501

giovedì 6 novembre 2014

FLASHBACK

FLASHBACK, la manifestazione dedicata all’Arte Antica e Moderna, ritorna a Torino da giovedì 6 fino a domenica 9 novembre 2014 in una nuova sede: il Pala Alpitour | Isozaki. 
Paolo Scheggi (Firenze 1940 – 1971 Roma)
Intersuperficie curva dal rosso, 1965
Acrilico su tre tele sovrapposte, 140x105x6 cm
[Robilant + Voena, Milano (I) Londra (UK) Saint Moritz (CH)]
Alla partecipazione di 32 fra le gallerie più importanti e interessanti del settore, fra cui prestigiose realtà internazionali, si aggiungono le novità dell'edizione 2014: il panel dei talk, 6 appuntamenti ispirati al tema del LABIRINTO, il ciclo di interviste in videoproiezione Pasti d'artista (ogni giorno alle 15), le performance musicali nello spazio Artsquare, che spazieranno dal contemporaneo alla musica barocca, e le visite guidate FLASHBACK Storytelling che coinvolgeranno i visitatori, bambini e adulti, in percorsi di narrazione tra le opere esposte. 
Bartolomeo Bimbi (Settignano 1648 – Firenze 1729)
Vaso di fiori con fichi, pere e due farfalle
olio su tela, 44 x 35 cm
[Romigioli Antichità, Legnano (MI) (I)]
Prosegue  la collaborazione con l'artista visivo Alessandro Bulgini tramite la performance FLASHBACK è opera viva che si terrà ogni giorno alle 17 e si alimenterà di immagini del passato arricchite sulla pagina Facebook di FLASHBACK dai contributi del popolo della rete. Bulgini è anche l'autore dell'installazione HAIRETIKOS | LABIRINTO delle geometrie complicate, mie e di Angelo Froglia, parte integrante del progetto culturale dedicato al concept del labirinto. 
Kuga Keiho
paravento a due ante su carta e colori minerali
periodo Showa, 1950
187x181cm
[Gilistra, Torino (I)] 
Hanno spiegato le direttrici Stefania Poddighe e Ginevra Pucci: "Negli ultimi anni il mondo è profondamente cambiato, FLASHBACK corrisponde alla “ripresa”; la crisi (dal greco κρίσις, ovvero cambiamento) non è necessariamente un fatto negativo, ma può trasformarsi in un mutamento positivo se si riescono a modificare i comportamenti in modo più responsabile. L’Arte ora è un’attività sociale dotata di caratteristiche proprie. Cogliere il valore comunicativo e significante dell’Arte è il fine di FLASHBACK”.   
 Giorgio de Chirico
Il grande metafisico, 1971
olio su tela, 80 x 60 cm
[Mazzoleni Galleria d'Arte, Torino (I)]
FLASHBACK è realizzata con il contributo di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo e Camera di Commercio di Torino, con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino ed è la prima fiera d'arte ad avvalersi delle potenzialità della realtà aumentata grazie all'app SPAM MAGAZINE, scaricabile gratuitamente per iOS e Android: puntando la fotocamera di uno smartphone o tablet sul logo di FLASHBACK l'utente potrà visualizzare una serie di informazioni aggiuntive direttamente sulla schermata. 
De Alchimia: Opuscola Complura Veterum Philosophorum
Francoforte, 1550
Legatura coeva in piena pergamena (195 X 150 mm)
[Libreria antiquaria Il Cartiglio, Torino (I)]
Per facilitare la circolazione del pubblico della Settimana dell'Arte è previsto un servizio di navette gratuite tra il Pala Alpitour | Isozaki e l’Oval Lingotto, nei giorni della fiera. Anche quest'anno i visitatori di FLASHBACK saranno accolti dall'ARTGATE, il portale che segna l'ingresso di via Filadelfia 82.

FLASHBACK
L'arte è tutta contemporanea

II edizione
dal 6 al 9 novembre 2014
Pala Alpitour | Isozaki
Via Filadelfia, 82 - Torino
Orario: 11 - 20
Per informazioni:+39 393 6455301;info@flashback.to.it
www.flashback.to.it
Per prenotare le visite guidate: storytelling@flashback.to.it

martedì 4 novembre 2014

SEGANTINI

Giovanni Segantini
La raffigurazione della primavera (1897)
olio su tela, 116 x 227 cm
New York, French & Company
A Palazzo Reale di Milano una grande mostra antologica celebra Giovanni Segantini.
Curata da Annie-Paule Quinsac, autrice del catalogo ragionato e maggior esperta di Segantini e da Diana Segantini, pronipote dell’artista e già curatrice della esposizione tenutasi alla Fondazione Beyeler nel 2011, la mostra presenta per la prima volta a Milano oltre 120 opere da importanti musei e collezioni private europee e statunitensi, divise in otto sezioni.
Giovanni Segantini
Il coro della chiesa di Sant’Antonio Abate in Milano (1879)
olio su tela, 119 x 88,5 cm
Milano, Fondazione Cariplo, Gallerie d'Italia - Piazza Scala Milano
Milano è centrale nella breve e intensa vicenda dell’artista che, nato ad Arco di Trento nel 1858, allora “terra irredenta” posta sotto il dominio dell’Impero Asburgico, muore quarantunenne nel 1899 in Engadina. Quasi “apolide”, persa la cittadinanza austriaca, non riuscirà per questioni burocratiche legate al mancato servizio di leva prestato per l’Austria, ad ottenere cittadinanza e passaporto italiani.
A Milano trascorrerà, dal 1865 al 1881, diciassette anni fondamentali per la sua carriera. Nato poverissimo e orfano, compie il suo apprendistato a bottega e a Brera, sviluppando rapidamente una prodigiosa capacità tecnica e intellettuale ed un personalissimo pensiero estetico formulato in numerosi e brillanti scritti teorici.
Giovanni Segantini
Il Naviglio a Ponte San Marco (1880)
olio su tela, 76 x 52,5 cm
Collezione privata
Quando nel 1881 arriva in Brianza, Segantini aspira a un contatto con la natura, rifiutando l’idea metropolitana della vita e dell’arte dei suoi amici scapigliati. Non intende tuttavia condividere l’esistenza quotidiana dei contadini. Adotta da subito uno stile alto borghese, con villa e servitori, che lo porta in breve a uno stato di crisi economica permanente, nonostante il successo e i guadagni. Dalla Brianza passa in Svizzera in abitazioni sempre più lussuose: nel 1886 a Savognino nei Grigioni, nel 1894 a Maloja nel meraviglioso chalet Kuoni, spostandosi  durante i lunghi e freddi inverni a Soglio in Val Bregaglia. Trascorre lunghe ore all’aperto per giorni, dipingendo direttamente sulla tela e di getto i luoghi che lo circondano.
Giovanni Segantini
Dopo il temporale (1883-1885)
olio e tempera su tela, 180 x 123 cm
Collezione privata
Dalla pittura contadina derivata da Millet e dai pittori francesi della metà dell’Ottocento, arriverà ad una visione simbolista, con gli esiti più alti nel tema della maternità, divenuto per lui un'ossessione a causa della personale vicenda familiare. Con il trasferimento in Svizzera nel 1886, approda al divisionismo negli scorci delle Alpi, in composizioni sempre più vaste dove la presenza umana è solo allegorica.
Giovanni Segantini muore il 29 settembre del 1899, giovane e famoso, tra i pittori meglio pagati del suo tempo e con opere in importanti collezioni pubbliche olandesi, belghe, tedesche, austriache, ungheresi e inglesi, tanto che nel primo decennio del Novecento sarà il riferimento per i maestri delle avanguardie europee. 
Giovanni Segantini
Ritorno dal bosco (1890)
olio su tela, 64,5 x 95,5 cm
St. Moritz, Museo Segantini, deposito della Fondazione Otto Fischbacher - Giovanni Segantini
La prima guerra mondiale, l’isolamento culturale dell’Italia fascista e la visione franco-centrica della storiografia delle avanguardie europee elaborata nel Novecento, lo relegano nel limbo del provincialismo, subendo in seguito la condanna politicizzata del futurismo italiano.
Dato il numero limitato di opere prodotte, disperse in tutto il mondo e rese molto fragili dalla tecnica utilizzata, il percorso dell’artista è stato ricostruito solo poche volte nella sua interezza; per i più recenti episodi si deve infatti risalire alla mostra di San Gallo in Svizzera del 1956 e alla retrospettiva del centenario ad Arco nel 1958.
La mostra è co-prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Skira editore, in collaborazione con Fondazione Antonio Mazzotta.

SEGANTINI
18 settembre 2014 - 18 gennaio 2015
Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12 - 20121 Milano
Orari: lunedì 14,30-19,30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30-19,30;
giovedì e sabato: 9,30-22,30. La biglietteria chiude un’ora prima
Per informazioni: 02 92800375 (dal lunedì al sabato dalle 8 alle 18,30);
www.mostrasegantini.it; www.comune.milano.it/palazzoreale

lunedì 3 novembre 2014

GIOVANNI BATTISTA QUADRONE. UN IPERREALISTA PIEMONTESE DELL'OTTOCENTO

Giovanni Battista Quadrone
Prima della partenza per la caccia (1897)
Olio su tavola, 37x31,5 cm
Collezione privata
Dopo le mostre dedicate ad Antonio Fontanesi e ad Alberto Pasini, la Fondazione Accorsi – Ometto rende omaggio a Giovanni Battista Quadrone, uno dei massimi rappresentanti della pittura di genere dell’Ottocento italiano, con l'esposizione di circa quaranta opere, a cura di Giuseppe Luigi Marini in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio.
Giovanni Battista Quadrone
Preludio di una battagliuzza (1897)
[o Bassotti. Battaglia imminente]
Olio su tavola preparata con telina di sostegno, 39,4x50,3 cm
Collezione privata
Il pittore nacque nel 1844 a Mondovì da una ricca famiglia di imprenditori di materiali lapidei e morì nel 1898 a Torino; i suoi dipinti vennero collezionati in Italia, in Europa e nelle Americhe, raggiungendo le più alte quotazioni di mercato negli anni ‘70 dell’Ottocento.
Allievo di Gaetano Ferri all’Accademia Albertina di Torino, esordì dal 1865 nelle esposizioni nazionali con soggetti di storia e di costume nell’ambito del gusto «alla Meissonier», pittore che conobbe a Parigi nel 1870 durante un soggiorno di pochi mesi. 
Giovanni Battista Quadrone
Un giullare (1871)
Olio su tela, 68,5x54 cm
Collezione privata
Rientrato a Torino dove aveva lo studio, Quadrone fu attivo nel capoluogo piemontese e a Mondovì, dove, nella propria tenuta, ambientò scene di vita contadina e situazioni domestiche.
Ai soggetti di caccia e di cani, nei quali analizzava la psicologia di uomini e di animali con occhio implacabile, al tema dei guitti operosi nei circhi itineranti dell’ultimo decennio, dal 1883 aggiunse la fascinazione per il mondo arcaico e isolato della Sardegna, allora poco conosciuto, che lo portò a realizzare dipinti finitissimi, caratterizzati da una esecuzione perfezionistica.
Giovanni Battista Quadrone
Pranzo democratico (1894)
Olio su tavola, 32x44 cm
Collezione privata
Condannata nel Novecento dalla critica come eccessiva, tale precisione gli valse il primo premio alla grande esposizione fiorentina del 1896-1897 e l'acquisizione di opere per le collezioni del Museo Civico di Torino e per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Stroncato il 23 novembre 1898 da un tumore diagnosticato tardivamente, lasciò la giovane moglie sarda e i tre figli a soli 54 anni. Fu subito celebrato, un anno dopo, da una grande mostra alla Promotrice di Torino, promossa e organizzata dagli amici pittori Turletti, Ricci e Calderini e dal cognato conte Alberto Lanza. 
Giovanni Battista Quadrone
Il circo (1894)
[o I saltimbanchi]
Olio su tavola preparata con telina di sostegno, 36,5x63 cm
Collezione privata
Una seconda retrospettiva del 1922, sempre alla Promotrice, e una terza, in «coabitazione» con Pasini, nel 1949, alla Galleria della Gazzetta del Popolo, hanno preceduto la grande, doppia rassegna monografica alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e all’Antico Palazzo di Città di Mondovì, nel 2002, a cura di Giuseppe Luigi Marini che, nel 1998, con il censimento dell’intera produzione quadroniana in tre volumi, 1.100 pagine, ha realizzato un’opera preziosa e definitiva sull’artista.

GIOVANNI BATTISTA QUADRONE
Un iperrealista piemontese dell’Ottocento

19 settembre 2014 - 11 gennaio 2015
Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto
Via Po, 55 - 10124 Torino
Orario: da martedì a venerdì 10–13 e 14–18; sabato e domenica
10–13 e 14–19; lunedì chiuso
Info: tel. 011.837.688 int. 3; info@fondazioneaccorsi-ometto.it;
www.fondazioneaccorsi-ometto.it