lunedì 3 febbraio 2014

L’ORIENTE DI ALBERTO PASINI

Alberto Pasini, Cavalieri al galoppo
olio su tela - cm 46,5 x 38,4 - collezione privata
A un anno di distanza dalla mostra dedicata ad Antonio Fontanesi, la Fondazione Accorsi – Ometto ospita nelle sale del Museo una rassegna monografica intitolata ad Alberto Pasini. La mostra, curata dal professore Giuseppe Luigi Marini e realizzata in collaborazione con Arte Futura di Giuliana Godio, rappresenta il secondo appuntamento con gli “omaggi” alla pittura dell’800 e affronta il periodo orientalista del pittore, nato a Busseto (Parma) il 3 settembre 1826 e morto a Cavoretto il 15 dicembre 1899. Accanto a una sessantina di opere, per lo più di collezionisti privati, sarà esposta per la prima volta una serie di fotografie e di disegni, appartenenti ai discendenti del grande artista.
Alberto Pasini, Fuori le mura (1872)
olio su tela - cm 46 x 38,5 - collezione privata
courtesy Galleria Berman, Torino
Esistono numerose analogie tra Fontanesi e Pasini: entrambi attivi nel XIX secolo, nacquero in Emilia da famiglie economicamente disagiate, a distanza di quasi un decennio l’uno dall’altro; dopo essersi formati rispettivamente all'accademia di Reggio e di Parma, accorsero come volontari alla prima guerra di indipendenza. A Torino esposero alla Promotrice e si stabilirono definitivamente, diventando piemontesi d’adozione: Fontanesi, per via della sua attività didattica presso l’Accademia Albertina; Pasini, anche per via delle sue frequentazioni con artisti pedemontani e della speciale amicizia con il collega Carlo Felice Biscarra, suo grande ammiratore.
Alberto Pasini, Cavalli all’abbeverata
olio su tela -  cm 41,5 x 32 - collezione privata
courtesy Galleria Berman, Torino
Alberto Pasini, a livello internazionale, è assai più noto di Antonio Fontanesi: le opere del bussetano sono infatti presenti in ben trentasette istituzioni museali del mondo. Pasini, che nella prima giovinezza fu un abile litografo, si trasferì a Parigi nel 1851, dove cominciò a trarre ispirazione nei suoi paesaggi dalle novità
della scuola di Barbizon. Nel 1855, riuscì ad aggregarsi alla missione diplomatica Bourée presso lo scià di Persia, compiendo un lungo viaggio nel favoloso «Oriente». Al suo ritorno a Parigi, dopo due anni, sanzionò il proprio addio alla litografia con una splendida serie di dodici vedute.
Alberto Pasini, Mercato orientale (1870)
olio su tela – cm 55,2 x 45,2 – collezione privata
L’orientalismo di Pasini basato su luoghi visti e vissuti dal vero, al contrario della maggior parte dei suoi colleghi che ricorrevano a convenzionali fantasie, acquistò rapidamente una larga notorietà, assecondata dall’abile professionalità del proprio mercante, il celebre Adolphe Goupil. Non fu che una prima esperienza, ribadita in successivi viaggi in Egitto, Sinai, Palestina, Libano e Siria  durante il 1859, a Costantinopoli nel 1867 e di nuovo nel 1869. Fu proprio al secondo ritorno da Istanbul che, a Torino, Pasini trattò l’acquisto della casa di Cavoretto, che gli tornò comodo rifugio, l’anno successivo, per sfuggire al conflitto franco-prussiano e si rivelò logisticamente «strategica» per i suoi interessi parigini.
Alberto Pasini, Cavalleggero e mercante di tappeti
olio su tela – cm 25 x 20,2
FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO - Collezione Enrico, Villa Fleccchia, Magnano
Dopo un’ultima volta a Istanbul e in Turchia nel 1873 e un successivo viaggio iniziato nel 1876, ma interrotto a Vienna, per via delle notizie sui fatti di Salonicco, Pasini rientrò in Italia, facendo tappa a Venezia: qui egli scoprì una preziosa alternativa – per colori, forme e luci – con l’amatissimo Oriente. Lo stesso accadde durante i due viaggi in Spagna – nel 1879 e nel 1883 – in compagnia del famoso orientalista Gérôme: a Cordoba e a Granada infatti il pittore rimase folgorato dalle fascinose atmosfere moresche degli edifici storici delle due città iberiche che determinarono un suo rinnovato campo di azione.
Alberto Pasini, Venezia, canale San Trovaso
olio su tela – cm 35,5 x 27,4 – collezione privata
Se i Salon parigini decretarono la sua fama internazionale di sommo pittore orientalista, in realtà fu Torino che, un anno prima della morte, gli rese il più importante omaggio-riconoscimento, presentando all’Esposizione Nazionale del 1898, ben 193 studi dal vero che costituivano la personale collezione, conservata nell’atelier della villa di Cavoretto.

L’Oriente di Alberto Pasini
A cura di Giuseppe Luigi Marini
7 febbraio – 29 giugno 2104
Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto
Via Po 55 - 10124 Torino
Orario: da martedì a venerdì 10 – 13; 14 – 18; sabato e domenica 10 – 13; 14 – 19; lunedì chiuso.
Tel. 011.837.688 int. 3; www.fondazioneaccorsi-ometto.it